Bozzetto della statua equestre di Luigi XIV
(Napoli 1598 - Roma 1680)
Il piccolo gruppo in terracotta raffigura Luigi XIV di Francia con indosso una corazza e con lo scettro in mano, mentre cavalca un cavallo rampante sostenuto da rocce.
Si tratta del bozzetto preparatorio per la grande statua equestre commissionata a Gian Lorenzo Bernini dal sovrano francese per essere collocata in una piazza parigina. La scultura, eseguita da pensionanti dell'Accademia di Francia a Roma, non piacque al committente e fu collocata nell’Orangerie della reggia di Versailles, dopo essere stata trasformata da François Girardon in un
Marco Curzio.
Caratterizzato da grande vitalità e vigorosa modellazione, il bozzetto mostra un'evidente derivazione dalla statua dell’imperatore Costantino, che l'artista aveva eseguito poco tempo prima per la Scala Regia in Vaticano, così come esplicitamente richiesto dal ministro delle finanze del re Jean-Baptiste Colbert all'artista.
Scheda tecnica
Inventario
Posizione
Datazione
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
Misure
Provenienza
Mattia de’ Rossi, 1695 (Dickerson 2012, p. 226); Ernest Crosnier, ante 1905; Édouard Aynard, 1905 (Galerie Georges Petit, Parigi, 5 dicembre 1905, l. 119); Alessandro Contini Bonaccossi, 1913 (Galerie Georges Petit, Parigi, 4 dicembre 1913, l. 308); donazione allo Stato, 1926.
Mostre
- 1998 Roma, Galleria Borghese
- 1999 Roma, Palazzo Venezia
- 2017-2018 Roma, Galleria Borghese
Conservazione e Diagnostica
- 1996/ 1998 L. Persichelli
Scheda
L’esecuzione di un ritratto equestre del re Sole era stata proposta a Bernini già durante il suo soggiorno parigino, senza però che ad essa si desse seguito (Fréart de Chantelou 1665, 13 agosto). Solo due anni dopo il rientro in patria, Jean-Baptiste Colbert in una lettera del dicembre 1667 chiese a Bernini di procedere con l’opera. Nell’estate del 1669 giunse nel suo studio il blocco di marmo, cui lo scultore non mise mano per anni. Il presente modello è considerato l’originale, eseguito di sua mano, come Bernini ebbe ad assicurare al committente che avrebbe fatto. È probabile che nei programmi iniziali dell’artista, ormai settantenne, l’esecuzione della scultura dovesse essere affidata in massima parte ai suoi esperti assistenti, ma, poiché dal 1666 egli aveva cominciato a ricevere una pensione dalla corte francese, d’accordo con Colbert, decise di riservarne l’esecuzione agli studenti della neonata Accademia di Francia a Roma(l’intero carteggio è pubblicato da Wittkower 1961, I, pp. 519-521), fatta eccezione per il volto, di cui si sarebbe occupato personalmente. Iniziata nel 1671, la scultura fu completata solo nel 1677 o 1678 e nel 1680, alla morte di Bernini, era ancora in attesa di essere spedita a Parigi. Quando nel 1685 il re finalmente la vide non la apprezzò e ne chiese addirittura la distruzione, accettando poi che venisse trasformata nella rappresentazione dell’eroe romano Marco Curzio ad opera dello scultore francese François Girardon. Essa si trova tuttora nell’Orangerie di Versailles.
Caratterizzato da grande vitalità e vigorosa modellazione, il bozzetto mostra un'evidente derivazione dalla statua dell’imperatore Costantino, che l'artista aveva eseguito poco tempo prima per la Scala Regia in Vaticano, così come esplicitamente richiesto da Colbert all'artista, con le variazioni relative alla direzione dello sguardo –Costantino era raffigurato in adorazione della Croce – e alla posizione, che per il sovrano francese doveva esprimere maestà e potere.
Il modello è stato eseguito applicando e modellando la terracotta intorno a un materiale riempitivo, in seguito rimosso. Perni di vario spessore sono stati utilizzati per le zampe del cavallo e per braccia e gambe del sovrano. Su gola, corazza e piedi di quest’ultimo sono stati rinvenuti segni di marcatura, utilizzati per l’ingrandimento, mentre le rigature lungo la superficie, funzionali all’irradiazione della luce (riflessa in maniera diversa dalla terracotta rispetto al marmo), potrebbero aver avuto una funzione “didattica”, suggerendo agli studenti francesi la direzione in cui muovere gli strumenti (Barberini, in Bernini, 2017, p. 301). Il modello ha subito in passato restauri ed integrazioni, riconoscibili soprattutto nelle zampe anteriori e nella coda del cavallo, nei piedi e nel bastone impugnato da Luigi XIV, ed è stato coperto da una patina tesa ad uniformarne la colorazione (Dickerson, Siegel 2012, p. 226).
Nel Museo Nazionale del Palazzo di Venezia si conserva un frammento di studio in terracotta relativo alla parte posteriore di un cavallo, riferito al monumento di Luigi XIV (Barberini 1991, p. 49).
Un disegno di presentazione dell'opera, considerato autografo di Bernini e tratto dal modello in terracotta, è conservato al Museo Civico di Bassano (Barberini, in Bernini, 2017, pp. 302-303, cat. VIII.19), mentre altri due, prodotti dalla sua bottega, sono alla National Gallery di Edimburgo.
Sonja Felici
Bibliografia
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- Scheda di catalogo 12/01008677 Russo L., 1981; aggiornamento Felici S., 2020.