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Erma barbata

Arte ellenistica


L’erma si può ascrivere al tipo dell’Hermes Propylaios dello scultore attico Alkamenes, collaboratore di Fidia e attivo nella seconda metà del V secolo a.C. Una diversa interpretazione legherebbe invece l’opera al Dioniso Lenaios di Agoracrito, dedicato nel 430 a.C. e pertinente alla medesima cerchia fidiaca.

La scultura raffigura una divinità barbuta con capigliatura aderente trattenuta da un cercine, volto piuttosto allungato e barba squadrata. La fronte è inquadrata da morbidi riccioli ondulati mentre i capelli scendono in due lunghe ciocche sul dorso e sul petto.L’opera può essere considerata una rielaborazione inquadrabile nel I secolo d.C.


Scheda tecnica

Inventario
IIC
Posizione
Datazione
I secolo d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo pentelico
Misure
Altezza con base 184 cm ; altezza senza base 151 cm
Provenienza
Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p.47, n.82. Acquisto dello Stato, 1902.
Conservazione e Diagnostica
  • 1996-1998, L. Persichelli

Scheda

Il busto raffigura una divinità maschile barbata con capigliatura chiusa da un aderente cercine sul capo dal quale fuoriescono riccioli a spirale stilizzati divisi centralmente, che incorniciano la fronte. Il volto presenta una forma piuttosto allungata con zigomi alti e sporgenti, occhi dal taglio ben delineato e sopracciglia arcuate. La bocca chiusa, con labbro inferiore carnoso, è contornata da folti baffi spioventi che si ricongiungono alla barba di forma squadrata, composta da linee di riccioli. I capelli scendono sulla schiena e sul petto in due lunghe ciocche ondulate.

La scultura, di tipo arcaizzante, inquadrabile nel I secolo d.C., può essere ricondotto all’Hermes Propylaios dello scultore attico Alkamenes, allievo di Fidia, attivo nella seconda metà del V secolo a.C. Tale tipologia è attestata principalmente da due esemplari, l’Efeso-Leningrado e il Pergamo. Del primo, al quale la copia Borghese sembra accostarsi maggiormente, restano numerose varianti: una, che appare più fedele, conservata presso il Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano a Roma (Paribeni 1953, p.40, n.60), un’altra nello stesso museo nella sede di Palazzo Altemps (De Angelis D’Ossat 2011, p.56), due ad Ostia (Von Steuben in Helbig 1972, pp.11-12, n.3002) ed infine una all’Agorà di Atene (Harrison 1965, p.130, n.168). Al secondo è ascrivibile un’erma iscritta, proveniente da Pergamo, conservata presso il Museo di Istanbul (Capuis 1968, pp.35-38).

Diversi studiosi, tra cui Jiří Frelnel (1967), individuano, tuttavia, la presenza di caratteri ionici nell’esemplare Efeso-Leningrado che lo legherebbero a un altro originale, il Dioniso Lenaios, dedicato nel 430 a.C., dello scultore di Paro Agoracrito, allievo di Fidia (Frel 1967, pp.28-34). Tale ipotesi potrebbe dare ragione del superamento della rigidità arcaica, che si ritrova nella copia Borghese, riscontrabile soprattutto nelle morbide ondulazioni dei riccioli sulla fronte.

Giulia Ciccarello

 




Bibliografia
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 14, n. 19.
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 917, n. 19.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), p. 17, n. 19.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 27.
  • G. Giusti, La Galerie Borghèse et la Ville Humbert Premier à Rome, Roma 1904, p.24.
  • A. De Rinaldis, La R. Galleria Borghese in Roma, Roma 1935, p.11.
  • E. Paribeni, Museo Nazionale Romano. Sculture greche del V secolo, Roma 1953.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, (3° Edizione) Roma 1954, p.10.
  • R. Calza, Catalogo del Gabinetto fotografico Nazionale, Galleria Borghese, Collezione degli oggetti antichi, Roma 1957, p.7, n.6.
  • E. B. Harrison, The Athenian Agora, XI: Archaic and Archaistic Sculpture, in “The American School of Classical Studies at Athens”, Princeton 1965.
  • J. Frel, Dionysos Lenaios, in “Archäologischer Anzeiger”, Heft 1, Berlin1967.
  • L. Capuis, Alkamenes. Fonti storiche e archeologiche, Firenze 1968.
  • W. Helbig, Führer durch die öffentlichen Sammlungen klassischer Altertümer in Rom, IV, Tubingen 1972.
  • P. Moreno, Museo e Galleria Borghese, La collezione archeologica, Roma 1980, p.14.
  • P. Moreno, C. Sforzini, I ministri del principe Camillo: cronaca della collezione Borghese di antichità dal 1807 al 1832, in “Scienze dell’Antichità”,1, 1987, pp. 339-371, in part. p. 363.
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, in part. p.98, n.24.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, p.180, n. 158.
  • M. De Angelis D’Ossat, scheda in Palazzo Altemps: le collezioni, Milano 2011.
  • Scheda di catalogo 12/00147847, P. Moreno 1976; aggiornamento G. Ciccarello 2020.