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Paesaggio con cammelli

Bles Hendrick met de detto Civetta

(Bouvignes? 1510 ca. - post 1554)

Questo rame, documentato in collezione Borghese a partire dal 1790, fu eseguito da Henri met de Bles e presenta uno dei motivi più frequenti nell'ambito dei pittori fiamminghi del Cinquecento: un picco roccioso che domina una profonda vallata puntellata da numerosi edifici. Il dipinto, un prezioso oggetto da collezione di raffinato virtuosismo, mostra inoltre due minuscoli cammelli, scortati in basso a destra da alcune figurine, completamente immersi in un paesaggio attraversato da uccelli.


Scheda tecnica

Inventario
384
Posizione
Datazione
1540-1550 ca.
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su rame
Misure
diam. cm 15
Cornice

Cornice fine ‘700 (cm 24 x 84,5 x 4)

Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1790 (Inventario 1790, Stanza VII, n. 102; Della Pergola 1959); Inventario Fidecommissario 1833, p. 26. Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 2000 Namur, Musée des Arts anciens
Conservazione e Diagnostica
  • 1952 Augusto Vermehren;
  • 2000 Laura Ferretti.

Scheda

La provenienza di questo dipinto è tuttora ignota. Di fatto, nonostante il numero '22' tuttora visibile in basso al centro, l'opera è identificabile solo a partire dal 1790, attribuita nell'inventario borghesiano di quell'anno a Ludovico Mattioli di Bologna, nome ripreso anche dall'estensore degli elenchi fedecommissari ottocenteschi. Il primo a riferire questo rame a Henri met de Bles, pittore fiammingo noto come il Civetta - per l'uso del pittore di rappresentare nelle sue opere questo animale - fu Adolfo Venturi (1893), attribuzione confermata da Leo Van Puyvelde (1950), Charles de Tolnay (1956), Paola della Pergola (1959) e da tutta la critica successiva (Serck 2000; Hermann Fiore 2006), ad eccezione di Roberto Longhi (1928) che, dal canto suo, preferì parlare di Lucas van Valckenborch.

L'opera raffigura una profonda vallata dominata da un picco roccioso coperto da una rigogliosa vegetazione, simile nella composizione al Paesaggio con san Girolamo attribuito a Cornelis Massys (Musée di Grenoble, inv. 950), collocato da Luc Serck intorno al 1560 (cfr. Serck 2000). Tale datazione, proposta dallo studioso per il dipinto francese, è stata estesa dallo stesso anche al quadro in esame, cui inoltre ha avvicinato un disegno conservato a Berlino (Id., p. 228, n. 36).

Come sottolineato dalla critica (Della Pergola, Serck 2000), questo rame mostra diversi motivi ricorrenti in opere fiamminghe coeve, segno di un continuo scambio tra pittori di diverse generazioni che, una volta in Italia, non esitarono ad adottare nuove soluzioni. In questo caso, ad esempio, Met de Bles riproduce due cammelli ripresi certamente dai paesaggi di Girolamo da Carpi, artista ferrarese attivo presso la corte degli Estensi, dove il Civetta soggiornò per lungo tempo prima di trovarvi la morte.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 215;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 185;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 213;
  • L. van Puyvelde, La Peinture Flamande à Rome, Bruxelles 1950, p. 86;
  • C. De Tolnay, An Unknown Early Panel by Pieter Bruegel the Elder, in Scritti di Storia dell’Arte in onore di Lionello Venturi, I, Roma 1956, pp. 421, 425;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 176, n. 259;
  • L. Serck, in Autour de Henri Bles, catalogo della mostra (Namur Musée des Arts Anciens du Namurois, 2000), a cura di Société Archéologique de Namur, Namur 2000, p. 228, n. 36;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 127.