Assegnato al Civetta fin dagli inventari più antichi, il dipinto risulta di difficile attribuzione. Si colloca, infatti, nell'ambito degli esordi fiamminghi del paesaggio, qui caratterizzato da scene di lavoro nei campi e vedute di paesi con case dai tetti aguzzi, nel quale è inserito sulla destra l'episodio della fuga in Egitto della Sacra famiglia, alla cui presenza un idolo di pietra cade in frantumi.
Salvator Rosa (cm 54,2 x 75,2 x 7)
Ferrara, collezione Lucrezia d'Este, 1592 (Inventario Lucrezia d'Este, 1592, p. 13; Della Pergola 1959); Roma, collezione Olimpia Aldobrandini, 1626 (Inventario Olimpia Aldobrandini, 1626, c. 91, n. 9); Inventario 1682; Roma, collezione Borghese, 1693 (Inventario 1693, Stanza III, n. 10); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 38. Acquisto dello Stato, 1902.
La provenienza di questo dipinto è ormai nota. L'opera, infatti, descritta nel 1592 tra i beni appartenuti a Lucrezia d'Este ("Uno della Madonna quando andò in Egitto di man del Civetta n.1") passò in seguito alla devoluzione del ducato di Ferrara nella raccolta capitolina della famiglia Aldobrandini, dove è registrata nell'inventario di Olimpia senior nel 1626 ("Un quadretto con la Mad[onn]a che va in Egitto di ano del Ciovitta del n. 224") e in quello del 1682 ("Un quadro in tavola con la Madalena, anzi la Madonna che va in Egitto alto palmi uno et un quarto di mano del Civetta, come Inv. fogli 226 n. 224"). Giunta nella raccolta pinciana, fu qui elencata tra i beni di Giovanni Battista Borghese ("un quadro in tavola con Paesino con la Madonna che va in Egitto di 3 palmi in circa bislongo del n. 172 con cornice dorata del Civetta"; Inv. 1693), descritta dall'estensore degli elenchi fidecommissari come 'Scuola fiamminga' (Inv. Fid. 1833).
Avvicinata in un primo momento a Joachim Patenier (Venturi 1893), l'opera fu attribuita da Giulio Cantalamessa a Herri met des Bles, nome scartato nel 1928 da Roberto Longhi (1928) ma confermato da Paola della Pergola (1959) e mai più messo in discussione (Herrmann Fiore 2006). Nonostante il quadretto sia ormai sedimentato nei vecchi studi sul catalogo del Civetta, alcune idee compositive, come le scene di lavoro nei campi e la presenza di numerosi edifici, sembrano riportare il dipinto agli esordi fiamminghi del paesaggio, a tratti più vicino alla maniera di Patenier che a quella di suo nipote Herri met des Bles, il cui disegno risulta più mosso e ondulato. Inoltre, come espresso da Paola Della Pergola (1959), il dettaglio della Sacra famiglia, qui visibile sulla destra, ritorna in maniera alquanto simile in un altro lavoro di Joachim, attualmente conservato ad Anversa, raffigurante un Paesaggio con la fuga in Egitto (Koniklijk Museum voor Schone Kunsten).
Antonio Iommelli