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Rilievo dionisiaco

Arte romana


Il rilievo, pertinente a una base di statua o a un fregio e inserito in una cornice moderna, presenta due gruppi di Ninfe aggredite rispettivamente da un Satiro e da un Sileno. Nel primo, la fanciulla in piedi cerca di trattenere con la destra il chitone, respingendo con la sinistra l’attacco del giovane Satiro, semidisteso su uno sperone roccioso alla sua destra. Nel secondo, la Ninfa è stante e regge con la destra una fiaccola, con cui si oppone all’anziano e robusto Sileno, nudo e con una pelle ferina avvolta intorno al braccio sinistro, innalzato a reggere una clava. Noto dalla fine del Quattrocento, come documentano i numerosi disegni elaborati fra XV e XVII secolo e le varie copie e riprese, alla fine del Seicento era collocato a ornamento della fontana centrale nel giardino del Palazzo in Campo Marzio, fino al trasferimento nei Giardini della Villa di Porta Pinciana, cui seguirono nel 1826 il restauro e l’esposizione nel Casino. Dapprima ubicato in Sala VIII, prima del 1893 venne spostato nell’attuale collocazione.


Scheda tecnica

Inventario
IIIC
Posizione
Datazione
I secolo a.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo pentelico
Misure
altezza cm 58; larghezza cm 138 (parti antiche)
Provenienza

Collezione Borghese (ante 1691, Falda, tav. 11); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 54, n. 193. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1826, Massimiliano Laboureur o Antonio D’Este
  • 1996/97, Liana Persichelli

Scheda

Il rilievo è noto dalla fine del Quattrocento, come documentano i numerosi disegni elaborati fra XV e XVII secolo che offrono, al contempo, elementi essenziali per ricostruire l’originaria iconografia prima della manipolazione ottocentesca (Pray Bober, Rubistein 1986). Non se ne conosce l’originaria ubicazione, ma è concorde l’opinione che si trovassero in un luogo pubblico facilmente accessibile, forse una chiesa, vista la consistente fortuna nel Rinascimento.

Alla fine del Seicento il rilievo era collocato a ornamento della fontana centrale nel giardino del Palazzo in Campo Marzio, quale basamento della statua colossale di Satiro inserita nella nicchia centrale, come documentato dall’incisione di Venturini nella seconda metà del XVII sec. (Falda 1691, tav. 11). In un momento successivo la lastra venne trasferita nei Giardini della Villa di Porta Pinciana, dove rimase fino al 1826, all’epoca dell’allestimento della nuova collezione nel Casino, depauperato dalla massiccia vendita delle opere a Napoleone Bonaparte: Evasio Gozzani ne predispose il restauro a opera di Massimiliano Laboureur o Antonio D’Este. Inizialmente inserito in Sala VIII, venne trasferito in Sala II prima del 1893, probabilmente nel 1888 (Moreno, Viacava 2003).

Nella lastra in esame, inserita in una cornice moderna, si distinguono due gruppi di Ninfe aggredite rispettivamente da un Satiro e un Sileno. Nel primo, da sinistra, la fanciulla è in piedi e cerca di trattenere con la destra il chitone, respingendo con la sinistra l’attacco del giovane Satiro, semidisteso su uno sperone roccioso alla sua destra e con una pardalide drappeggiata sul grembo. Nel secondo gruppo la Ninfa è stante e regge con la destra una fiaccola, con cui si oppone all’anziano e robusto Sileno, nudo e con una pelle ferina avvolta intorno al braccio sinistro, innalzato a reggere una clava, mentre con la destra afferra un lembo del chitone.

Il rilievo Borghese, insieme alle altre lastre Salone XXXVI; VIIIL; XLIX faceva parte di un unico monumento, ricostruito da Christian Hülsen come una base rettangolare di 220 cm x 80 cm x 60 cm (Hülsen 1913); in particolare, esso doveva costituire, insieme alla lastra Salone, XLIX uno dei lati lunghi della base, che forse ospitava una statua del dio Dioniso.  Altri studiosi ipotizzano, invece, che i rilievi appartenessero a un fregio continuo di 7 m (Herdejürgen 1997).

Il legame delle Ninfe con i Sileni, entrambi incarnazione dell’ambiente montano e agreste, di un modo ancora libero e selvaggio di vivere gli impulsi sessuali e le forme di seduzione, è già vivido nella ceramografia attica di età arcaica. Nel corso dell’età classica mutò progressivamente l’atteggiamento delle giovani nei confronti dei Sileni, caratterizzato ora da ritrosia e aperta resistenza: i Sileni vengono respinti con violenza. Accomunate così alle Menadi, adepte del corteo di Dioniso, le Ninfe entrarono a far parte del mondo bacchico (De Francesco, Giacobello, Lambrugo 2009). Il soggetto dell’aggressione amorosa godette di particolare fortuna nella ceramica attica e in età ellenistica e romana venne frequentemente replicato su gemme, rilievi e scultura a tutto tondo (Halm-Tisserant, Siebert 1997). La figura femminile a sinistra della lastra Borghese trova, per esempio, confronto in un rilievo proveniente da Roma oggi al British Museum, prodotto di età imperiale e ispirato ai modelli tardo-ellenistici (Smith 1904, n. 2202).

In età ellenistica e romana la rappresentazione del thiasos dionisiaco, con i suoi molteplici elementi simbolici e l’ambientazione naturale, fu un tema figurativo particolarmente apprezzato per supporti diversi, divenendo presto soggetto di genere, i cui i toni erotici sono allusione al piacere di vivere donato da Dioniso. Sulla base di osservazioni stilistiche nella resa del fine modellato dei corpi il rilievo Borghese è concordemente assegnato alla prima metà del I sec. a.C.

Jessica Clementi




Bibliografia
  • A. Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, Roma 1832, p. 130.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 24.
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 924.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), p. 27.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 27.
  • G. Giusti, La Galerie Borghèse et la Ville Humbert Premier à Rome, Roma 1904, p. 24.
  • A. H. Smith, A Catalogue of Sculpture in the Department of Greek and Roman Antiquities, British Museum, Vol. III, London 1904, pp. 264-65, n. 2202.
  • A. De Rinaldis, La R. Galleria Borghese in Roma, Roma 1935, p. 11.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1954, p. 10.
  • R. Calza, Catalogo del Gabinetto fotografico Nazionale, Galleria Borghese, Collezione degli oggetti antichi, Roma 1957, p. 16, n. 178.
  • W. Helbig, H. Speier, Führer durch die öffentlichen Sammlungen Klassischer Altertümer in Rom, (4°Edizione), a cura di H. Speier, II, Tübingen 1966, p. 707, n. 1964 (von Steuben).
  • P. Moreno, Formazione della raccolta di antichità del Museo e Galleria Borghese, in “Colloqui del Sodalizio”, 5, 1975-1976, pp. 125-143, in part. pp. 133 n. 4, tav. XXIV, 11.
  • P. Moreno, Museo e Galleria Borghese, La collezione archeologica, Roma 1980, pp. 9, 14.
  • P. Moreno, S. Staccioli, Le collezioni della Galleria Borghese, Milano 1981, p. 102, fig. a p. 91.
  • P. Pray Bober, R. Rubistein, Renaissance Artists and Antique Sculpture, Oxford 1986, p. 119, fig. 85.
  • P. Moreno, C. Sforzini, I ministri del principe Camillo: cronaca della collezione Borghese di antichità dal 1807 al 1832, in “Scienze dell’Antichità”, 1, 1987, pp. 339-371, in part. pp. 343, nota 49; 352.
  • H. Herdejurgen, Antike und moderne Reliefs in der Villa Borghese, in “Archäologischen Anzeiger”, 4 (1997), pp. 480-503, in part., pp. 485-487, fig. 7.
  • M. Halm-Tisserant, G. Siebert, s.v. Nymphai, in “Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae”, VIII,1 Zürich München 1997, p. 895, n. 50b.
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 96, n. 21.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, pp. 179-180, n. 157.
  • S. De Francesco, F. Giacobello, C. Lambrugo, L’immagine delle Ninfe, in Ninfe nel mito e nella città dalla Grecia a Roma, a cura di F. Giacobello e P. Schirripa, Milano 2009, pp. 31-52.
  • Scheda di catalogo 12/99000420, G. Ciccarello 2021.