L’ara, quadrangolare e leggermente rastremata, conserva una modanatura aggettante nelle estremità superiore e inferiore. Nelle tre facce visibili è presente un ornato vegetale con tralci di edera e fiori sorretti negli angoli superiori da nastri svolazzanti e uniti al centro da fiocchi.
La scultura è ricordata per la prima volta nella sala III della Villa Borghese nel 1859, come base del gruppo di fontana con pastori e pescatore, tuttora presente.
Il rilievo, di particolare eleganza e raffinatezza, con margine ben marcato degli elementi, induce ad inquadrare la scultura in età augustea, agli inizi del I secolo d.C.
Collezione Borghese, citata per la prima volta nella Villa nel 1859 nella sala III (Descrizione inedita del 31 dicembre del 1859, Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, b. 425: Moreno 1997, pp. 50, 52-53, fig. 23); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., non presente, aggiunto successivamente, n. 37. Acquisto dello Stato, 1902.
L’ara è posta nella sua attuale collocazione nella sala III tra il 1841 e il 1859, quando compare a sostegno del gruppo di fontana con pastori e pescatore (inv. CVII) nella Descrizione inedita del 31 dicembre del 1859 (Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, b. 425: Moreno 1997, pp. 50, 52-53, fig. 23).
La scultura, quadrangolare e leggermente rastremata, presenta una modanatura composta, nella parte superiore, da un listello e una gola rovescia; in quella inferiore, da una gola dritta e listello. La faccia anteriore e le laterali sono decorate in rilievo da due ricchi tralci di edera e fiori sorretti da tenie, che ricoprono quasi interamente la superficie. I nastri, che dipartono simmetricamente dagli angoli superiori, hanno estremità svolazzanti disposte ad andamento sinuoso sopra e sotto i rami, uniti tra loro da un nodo con sopra un fiocco. La faccia posteriore, addossata alla parete, risulta di difficile lettura. Gli elementi vegetali sono resi con particolare cura ed eleganza con margini ben distinti che conferiscono a tutta la raffigurazione un certo effetto chiaroscurale.
I motivi decorativi presentano un’analoga somiglianza con l’ornato vegetale che decora il registro superiore della superficie interna dell’Ara Pacis, edificata nel 9 a.C. per volontà dell’imperatore Augusto.
Nel 1957 la Calza mette in dubbio l’originalità della scultura e la ritiene un’elaborazione moderna di un motivo ornamentale del I secolo d.C. (1957, p. 16, n. 176); contrariamente, il Moreno nel 1980 la inquadra nel 20-40 d.C. (2003, pp. 191-192, n. 171).
L’esecuzione bassa del rilievo, l’essenzialità della decorazione, l’eleganza dei tralci, la forma dei fiori inducono a datare il monumento in età augustea, agli inizi del I secolo d.C.
Giulia Ciccarello