La testa ritratto, inserita su figura muliebre vestita di peplo (peplofora) moderna, rappresenta una fanciulla dallo sguardo grave sottolineato da grandi occhi tondi dalla spessa palpebra e pupille incise a pelta, naso regolare e piccola bocca chiusa, mento rotondo e collo tozzo. La capigliatura, spartita al centro della fronte, con le bande laterali pettinate all’indietro in ciocche ondulate, prevede sui lati una lunga e morbida onda sul collo che si ripiega verso l’alto, formando sulla nuca uno chignon ellittico piatto, portato basso secondo un modello molto apprezzato in media e tarda età severiana, con rimandi all’acconciatura di Sallustia Barbia Orbiana (225-229 d.C.), consorte dell’imperatore Alessandro Severo.
Collezione Borghese, citata per la prima volta nell’Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 41, n. 2. Acquisto dello Stato, 1902.
La testa ritratto, inserita su figura di peplofora moderna, rappresenta una fanciulla dal volto pieno, sguardo grave sottolineato da grandi occhi tondi dalla spessa palpebra e pupille incise a pelta, sopracciglia ben evidenziate a costituire due lunghi archi, naso regolare e piccola bocca chiusa, mento rotondo e collo tozzo. Un corto ricciolo sfugge all’elaborata acconciatura in corrispondenza delle orecchie scoperte; la capigliatura si organizza intorno ad una scriminatura centrale, dalla quale si sviluppano ciocche ondulate e regolari, che convergono verso un nodo basso e piatto sulla nuca, costituito da treccioline ben distinte, sovrapposte orizzontalmente. La disposizione della chioma, spartita al centro della fronte, con le bande laterali pettinate all’indietro in ciocche ondulate, prevede sui lati una lunga e morbida onda sul collo che si ripiega verso l’alto e s’incrocia con la sua omologa per andare a formare uno chignon, di forma ellittica e molto piatto, portato basso. La crocchia di trecce arrotolate concentriche così disposte quella tipica delle donne della famiglia imperiale dei Severi: introdotta dal ritratto tipo “Leptis” di Giulia Domna, caratterizza le acconciature severiane dei primi decenni del III secolo d.C. In particolare, però, questo specifico tipo di Helmfrisur − inaugurato da Plautilla − venne adottato da Giulia Mesa, e dalle figlie, Giulia Soemia e Giulia Mamea (Musei Capitolini, Stanza degli imperatori, inv. 457, vd. Fittschen, Zanker 1983, pp. 30-32, n. 33, tavv. 41-42), rispettivamente madri di Eliogabalo e Alessandro Severo, e dalle mogli di questi, Giulia Cornelia Paula, Giulia Aquilia Severa e Annia Faustina, le tre mogli di Eliogabalo e Sallustia Barbia Orbiana, la giovane e sfortunata consorte di Alessandro Severo, Augusta dal 225 al 229, così come si ritrova attestata, per esempio, nel ritratto conservata al Museo del Louvre (cfr. Kersauson 1996, p. 426, n. 197; in generale per i ritratti di Orbiana si vd. Saletti 1997). All’acconciatura di quest’ultima in particolare sembra più affine l’acconciatura della fanciulla Borghese, suggerendo una datazione intorno al 230 d.C.
In età moderna, probabilmente in occasione dell’allestimento della nuova collezione negli spazi del Casino Pinciano, la testa venne inserita su una figura moderna vestita di peplo dorico (perciò detta peplophoros), con gli arti protesi in avanti, nel gesto di offerente, ispirato a un tipo iconografico che incontrò grande fortuna presso le botteghe scultoree di età romana, soprattutto nella prima età giulio-claudia e successivamente in età adrianea, e collocata su una colonna di porfido nel portico, laddove l’ Inventario Fidecommissario Borghese ne registra per la prima volta la presenza.
Jessica Clementi