La testa su busto moderno raffigura un giovane dal volto paffuto, con chioma fluente che scende sui lati a ricoprire le orecchie; una ampia corona d’edera, con i rami intrecciati sulla fronte, ricopre quasi per intero la capigliatura e contribuisce alla definizione del soggetto quale Dioniso-Bacco infante, cui la pianta era sacra al pari della vite. Il tema di Dioniso-Bacco fanciullo godette di particolare fortuna in epoca ellenistica, per poi essere ampiamente adottato in tutto il mondo romano con intento decorativo. La testa Borghese può essere interpretata come una creazione romana che interpreta liberamente modelli della cerchia lisippea del IV sec. a.C.; elementi iconografici e stilistici ne suggeriscono una datazione entro il I sec. d.C.
Collezione Borghese, citato per la prima volta nel 1832 da Nibby (p. 25, n. 13); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 41, n. 3. Acquisto dello Stato, 1902.
Di ignota provenienza, è documentata per la prima volta dal Nibby, che ne ricorda la presenza nel portico, su una colonna di “granitello nero”, dove tutt’oggi è esposta.
La testa virile – su busto moderno – raffigura un giovane paffuto, rivolto a destra, ed è caratterizzata da una capigliatura fluente che scende sui lati a ricoprire le orecchie; una ampia corona d’edera e corimbi, con i rami intrecciati sulla fronte, ricopre quasi per intero la capigliatura e contribuisce alla definizione del soggetto quale Dioniso-Bacco infante, cui la pianta d’edera era sacra al pari della vite, ispirandosi a un tipo di Dioniso eseguito probabilmente nella cerchia lisippea nel IV sec a.C.
Le lunghe e mosse ciocche virgolate sulla fronte e sul collo richiamano la testa di Dioniso a Venezia, già nella Collezione Grimani (Museo archeologico, inv. 127B; De Paoli 2004), della quale alcuni studiosi hanno riconosciuto l’archetipo in una creazione dello scultore Lisippo, forse la statua seduta del dio ricordata da Pausania e Luciano sull’Eliconia.
Il tema di Bacco fanciullo, come quelli di Eracle e Hermes infanti, godette di particolare fortuna in epoca ellenistica, in particolare nell’ambito della corrente di gusto rococò (Klein 1921, p. 133 ss), per poi essere ampiamente adottato in tutto il mondo romano con intento decorativo. A tal riguardo, si riscontrano particolari analogie con le statuette di Dioniso infante nella collezione Doria-Pamphilj (Pensabene 1977, n. 96; Palma 1977, n. 97).
La testa Borghese può essere interpretata come una creazione di officine urbane di età imperiale che interpretano liberamente modelli di IV sec. a.C.: elementi stilistici e iconografici – in particolar modo il trattamento della chioma a lunghe ciocche ondulate distribuite a raggiera sulla sommità del capo e realizzate su due piani sovrapposti, e la resa degli occhi, con palpebre spesse e ben disegnate, che corrispondono a stilemi della ritrattistica giulio-claudia – suggeriscono una datazione entro il I sec. d.C.
Jessica Clementi