La testa raffigura una donna dai tratti fisiognomici ben delineati con occhi a mandorla dalle iridi incise, piccole labbra chiuse e i capelli ordinati simmetricamente alla scriminatura centrale. I tratti del volto, morbidi e pieni, richiamano l’iconografia imperiale della seconda metà del II secolo d.C., riferibile soprattutto a Faustina Minore e Lucilla, moglie e figlia di Marco Aurelio. Le caratteristiche dell’acconciatura, semplice e compatta, sono ben testimoniate dalla produzione numismatica inquadrabile tra il 165 e il 167 d.C. e riferibile a Lucilla.
All’interno della Palazzina Borghese è attestata dalla fine del XIX secolo nella Sala III e infine esposta nella sala VIII intorno al 2003.
Collezione Borghese, citato per la prima volta nel 1893 nella sala III dal Venturi (p. 30). Acquisto dello Stato, 1902.
La testa femminile, posta su un busto moderno panneggiato, è leggermente inclinata e volta verso sinistra. L’ovale del volto è carnoso con guance morbide e mento rotondo; le labbra, piccole, sono serrate e il naso è piuttosto imponente. Gli occhi, di forma amigdaloide, presentano l’iride incisa a lunula e caruncola lacrimale segnata, con arcate sopraccigliari rese da striature sottili e oblique. Lo sguardo trasognato è sottolineato dalle pupille rivolte verso l’alto. La capigliatura è ordinata in due bande di capelli ondulati disposte simmetricamente alla scriminatura centrale, che lasciano scoperte le orecchie. Le ciocche, delicatamente incise e fini, sono pettinate all’indietro e raccolte posteriormente.
La caratterizzazione fisiognomica richiama i ritratti ufficiali della seconda metà del II secolo d.C. In particolare, il tipo di pettinatura sembra potersi accostare all’iconografia adottata per Faustina e Lucilla, rispettivamente moglie e figlia di Marco Aurelio. Il ritratto Borghese trova confronti tipologici con due esemplari conservati al Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano, raffiguranti Faustina minore e caratterizzati da una pettinatura a bande ondulate che incorniciano il volto (Felletti Maj, 1953, pp. 118-119, nn. 234-235). Evidenti affinità per la resa dell’incarnato dalle guance piene e i capelli di massa compatta, presentano due teste di Lucilla, una al Museo Chiaramonti in Vaticano e una seconda al Museo Torlonia (Fittschen 1982, p. 51, tav. 20). La testa Borghese, contraddistinta da un’acconciatura piuttosto semplice, risulta ben attestata nella produzione monetale emessa tra il 165 e il 167 d.C., e si ritrova inoltre in un busto conservato al British Museum di Londra (Fittschen 1982, p. 52, tav. 22).
Nella prima catalogazione del Moreno nel 1975 l’autore pone dubbi sulla sua autenticità, individuando una stretta somiglianza nel trattamento sommario delle ciocche e nella resa delle sopracciglia con un ritratto moderno di Palazzo Pitti, eseguiti tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800.
La scultura è menzionata nel 1893 da Venturi nella sala III (p. 30). La sala, inizialmente indicata del “Bernini”, per la presenza dei gruppi dell’Apollo e Dafne, dell’Enea e Anchise e del David (A. Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, Roma 1832, p. 89), è denominata “delle Muse” in seguito al trasferimento dei tre monumenti berniniani. Con tale nome compare, infatti, nella seconda guida del Nibby del 1841, che riflette la situazione delle sale nel 1838 (Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 917). Con la ricollocazione del gruppo di Apollo e Dafne, voluto dal principe Paolo Borghese nel 1895, la sala è definitivamente chiamata “dell’Apollo” (Moreno 1997, pp. 50-52). Nella sala il ritratto è indicato genericamente, nelle guide del Venturi e del Giusti, come testa muliebre o di donna (1893, p. 30; 1903, p. 27). La Calza, nel 1957, lo inquadra nella seconda metà del II d.C. e lo ricorda nella Cappella (p. 15, n. 149). In seguito, l’opera è posta dietro un tendaggio che copriva la finta porta dipinta in sala III - nella guida del Moreno del 2003 risulta, infatti, non esposta (p. 283) - e collocata definitivamente nella sala VIII in occasione dell'esposizione dedicata alla sala del Gladiatore.
Giulia Ciccarello