La testa, inserita su busto moderno, rappresenta una giovane donna dal volto ovale, occhi con contorno a mandorla e iride incisa a pelta e piccole labbra carnose. La folta capigliatura classicheggiante presenta ciocche voluminose disposte ai lati della scriminatura centrale, che coprono le piccole orecchie e sono raccolte sulla nuca in uno chignon. Una ampia corona di spighe, frutto del restauro ottocentesco, qualifica la figura, originariamente forse una Musa, quale Cerere. Nonostante la pesante rilavorazione, alcuni elementi stilistici nel trattamento della capigliatura e dell’iride suggeriscono di inquadrare la testa Borghese nel II secolo.
Collezione Borghese, citata nell’Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 50, n. 132 (sala V). Acquisto dello Stato, 1902.
Di ignota provenienza, la testa femminile è inserita con gran parte del collo originale in un busto moderno. L’intervento di restauro moderno ha fortemente modificato l’iconografia originaria di quella che, con ogni probabilità, doveva rappresentare una Musa, trasformata in Cerere con l’aggiunta di una ricca corona di spighe – che ne giustifica la classificazione nell’Inventario fidecommissario del 1833 come “Genio dell’Abbondanza”.
La testa rappresenta una giovane donna dal volto ovale, occhi con contorno a mandorla e iride incisa a pelta, piccole labbra carnose. La folta capigliatura classicheggiante presenta ciocche voluminose disposte ai lati della scriminatura centrale, che coprono le piccole orecchie e sono raccolte sulla nuca in uno chignon non apprezzabile, poiché celato dalla corona.
La testa Borghese trova un confronto stringente – soprattutto per quanto concerne la capigliatura – in un’opera al Magazzino Vaticano (Kaschnitz-Weinberg, cat. 80, p. 48, tav. XXIII) considerata una creazione romana derivata da un lavoro della seconda metà del IV sec. a.C. e confrontata con la testa dell’Apollo citaredo della Sala delle Muse (Musei Vaticani, Museo Pio Clementino, inv. 310; Flashar 1992, pp. 108-113, figg. 78-79), opera neoclassica ispirata a modelli scopadei (Stewart 1977, p. 120). Nonostante la pesante rilavorazione, alcuni elementi stilistici nel trattamento della capigliatura e dell’iride suggeriscono di inquadrare la testa Borghese nel II secolo.
Jessica Clementi