La testa raffigura una fanciulla dai tratti fisiognomici ben delineati, con grandi occhi a mandorla, piccole labbra e i capelli sistemati in una raffinata pettinatura. Le lunghe ciocche ondulate sono raccolte ai lati del viso e chiuse in una treccia nel retro del capo mentre la fronte è incorniciata da riccioli a chiocciola che dovevano ospitare delle applique metalliche in bronzo o in oro. La scultura appare inquadrabile nello stile severo del V secolo a.C., di produzione magno-greca. Lo Helbig la ritiene proveniente dagli scavi condotti nel 1834 nel porto di Anzio. Nel 1893 è ricordata nella VI camera della Palazzina Borghese.
Collezione Borghese, ricordato nel 1893 nella VI camera da Venturi (p. 37). Acquisto dello Stato, 1902.
Lo Helbig identifica la testa con una rinvenuta nel Porto di Anzio nel 1834 (p. 107; Lanciani 1994, p. 34). Il Venturi nel 1893 la ricorda nella VI camera della Palazzina Borghese, quale “busto di donna. Ritratto arcaico greco (del secolo VI a.C.) innestato su un busto moderno” (p. 37).
La testa di fanciulla, dalla rigida volumetria, è impostata su un busto moderno. La capigliatura è organizzata in un elaborato disegno: la calotta è ricoperta da lunghe ciocche ondulate, rese da profondi solchi che sulla parte posteriore ricadono lungo il collo. Nella parte anteriore tali ciocche sono adagiate in una morbida curva sopra i padiglioni auricolari, lasciati scoperti, e legate sul retro in una treccina. La fronte alta è incorniciata da una fila di riccioli simmetrici a chiocciola, strettamente inanellati e forati da buchi di trapano. I fori indicano, probabilmente, l’inserzione di diverse guarnizioni metalliche, ricci bronzei o dorati. Il volto è caratterizzato da occhi stretti a mandorla, con palpebre grosse e pesanti, arcate sopraccigliari appena accennate e zigomi alti. La bocca è piccola col labbro superiore stretto e quello inferiore più carnoso. La testa è stata unanimemente riconosciuta come una produzione di stile severo, inquadrabile all’inizio del V secolo a.C., proveniente dall’area magno-greca. Lo Helbig, osservandone la particolare caratterizzazione del volto, la interpreta come un ritratto, mentre il Fuchs vi riconosce la raffigurazione di una statua di Nike (1913, p. 245, n. 1551; 1966, pp. 325-326, n. 1509). Una simile caratterizzazione fisiognomica e la particolarità dell’inserzione di decorazioni metalliche presenta anche un esemplare di soggetto analogo di dimensioni colossali della Collezione Ludovisi, conservato nel Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps e ritenuto proveniente dalla medesima area di produzione (Palma 1983, pp. 130-133).
Giulia Ciccarello