La scultura, proveniente dalla Villa Mondragone o dal Palazzo in Campo Marzio, residenze dei Borghese, compare tra le opere restaurate da Massimiliano Laboureur nel 1819. Nella sua attuale collocazione nel Portico è ricordata nel 1832 dal Nibby. Il torso, dall’asciutta fisionomia anatomica, sembra potersi accostare alle figure di atleti, in particolare a quella del Diadumeno. Il busto doveva probabilmente rappresentare una figura nuda che, per la lieve inclinazione del capo verso destra, gravitava sulla medesima gamba. In base alle osservazioni di carattere esclusivamente stilistico, l’opera sembra potersi ritenere una replica, inquadrabile nel I secolo d.C., di modelli di ispirazione policletea del IV secolo a.C.
Collezione Borghese, probabilmente proveniente dalla villa Mondragone o dal Palazzo in Campo Marzio, è citata per la prima volta nella Palazzina Borghese dal Nibby, esposta nel Portico (Moreno, Sforzini 1987, p. 347; Nibby 1832, p. 17, n. 6); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 42, n. 13. Acquisto dello Stato, 1902.
Il torso ritrae una figura maschile nuda dalle forme asciutte e dall’incarnato sodo, con linea alba ben evidenziata. La particolare inclinazione del collo e del busto verso destra porta a supporre che si trattasse in origine di una figura stante sulla gamba destra. Le braccia sono sollevate, quello sinistro è indirizzato verso l’alto, quello destro disteso lateralmente. Nel 1819 compare tra le opere trasportate dalla Villa Mondragone e dal Palazzo in Campo Marzio nella Villa Pinciana e affidate per i restauri a Massimiliano Laboureur. L’intervento, in particolare, sembra concentrarsi nel riportare allo stato di frammento la scultura fortemente rimaneggiata: “Figura incognita al naturale di un giovane di cui sarà conservato il solo torso antico, levandosi il ristauro moderno colla sega al di sotto dei fianchi, si fermerà il d(etto) torso sopra una semplice base quadrata di grossezza onc(e) quattro” (Moreno, Sforzini 1987, p. 347). Il Nibby, che lo ricorda nella sua attuale collocazione, lo considera “per lo stile e per la particolare magrezza del corpo […] parte di una statua romana, forse di imperadore sedente, che colla destra avrà portato il globo, o la Vittoria, e colla sinistra l’asta” (1832, p. 17).
L’esiguità del frammento conservato non permette una individuazione puntuale del soggetto; tuttavia, la mancanza di tracce di capelli sulle spalle e la tesa postura del busto suggeriscono un legame con le figure di atleti, in particolare con quella del Diadumeno. Il torso trova un confronto pertinente con una scultura analoga presente al Museo del Louvre, che possiede una struttura muscolare maggiormente sviluppata (inv. Ma 1027.2: Pasquier, Martinez 2007, pp. 112-113).
L’osservazione delle caratteristiche stilistiche, quali l’anatomia definita e la realistica tensione muscolare, derivanti da modelli di ispirazione policletea del IV a.C., induce a considerare la scultura una produzione di I secolo d.C.
Giulia Ciccarello