La testa raffigura una giovane donna dai tratti fisiognomici pieni ed elastici con occhi grandi e piccole labbra chiuse e definite ai lati. Sopra la fronte, dalla scriminatura centrale, si dipartono due bande di ciocche piatte che formano una corona che circonda il viso. I capelli trattenuti nella parte posteriore da un nastro, sono adornati da un velo che si adagia sulle spalle.
Il ritratto sembra richiamare, seppure con alcune varianti, l’iconografia imperiale di Lucilla, giovane moglie di Lucio Vero. Le caratteristiche dell’acconciatura trovano riscontro nelle emissioni monetali del 164 d.C., data delle nozze, e suggerirebbero un inquadramento cronologico della scultura nella seconda metà II secolo d.C.
Collezione Borghese, ricordato nel 1833 nel Portico nell’Inventario Fidecommissario Borghese (C, p. 41, n. 10). Acquisto dello Stato, 1902.
La scultura ritrae una giovane donna dalle forme piene e regolari. Il volto, lievemente rivolto verso sinistra, si presenta assottigliato verso il mento. Sotto arcate sopraccigliari appena accennate, i grandi occhi, sottolineati da palpebre rigonfie e iride incisa, rivolgono verso l’alto uno sguardo trasognato e sereno. Il naso è piccolo e la bocca serrata, con labbra carnose con fossette triangolari incise ai lati. Sul capo la pettinatura è ordinata in due bande laterali scriminate al centro e anticipate da una piatta corona di capelli che, trattenuta da un nastro, circonda la fronte lasciando scoperte le orecchie. I capelli, caratterizzati da lievi incisioni continue, formano una massa piuttosto compatta, raccolta nella parte posteriore e adornata da un velo che arriva ad adagiarsi sulle spalle. Il ritratto è posto su un busto moderno, vestito di un panneggio caratterizzato da pieghe rigide e verticali che formano sul petto uno scollo a V. La tunica, trattenuta sulle spalle da una serie di bottoncini, è coperta da un mantello che avvolge il busto.
Le caratteristiche fisiognomiche e la particolare pettinatura sembrano richiamare l’iconografia ufficiale di Lucilla, giovane moglie di Lucio Vero, in particolare il primo tipo monetale individuato dal Wegner, caratterizzato in modo peculiare per un rotolo appiattito di capelli lisci e sollevati che circonda la fronte, che l’autore pone al momento delle nozze nel 164 d.C. (1939, p. 76).
Le fattezze del volto, dai tratti ancora adolescenziali, trovano confronti tipologici con un ritratto conservato al museo di Dresda (inv. 388: Wegner 1939, p. 77, tav. 47).
All’interno della Palazzina Borghese il busto è menzionato per la prima volta nel Portico nel 1833 nell’Inventario Fidecommissario Borghese, posto insieme ad altri tre “nell’Ovali laterali alla porta d’ingresso” (C, p. 41, n. 10); collocazione confermata nel 1903 dal Giusti (p. 15). Si ritrova trattato individualmente solo nel 1957 dalla Calza che lo definisce genericamente “Busto ritratto muliebre” e lo inquadra nella seconda metà del II secolo d.C. (p. 15, n. 150).
Giulia Ciccarello