L'epigrafe funeraria commemora il piccolo Marco Ulpio Eliade, deceduto all’età di un anno e due mesi ed è dedicata dai genitori, i liberti imperiali Marco Ulpio Prenestino e Elia Eliade. La lastra antica, inserita in un dado moderno, proviene dalla Vigna del Cardinale di Carpi sul Quirinale dove è ricordata nella seconda metà del Cinquecento in un disegno di Giovanni Antonio Dosio. Nella Villa Borghese è menzionata nel 1832 nella sua attuale collocazione nella sala II dal Nibby.
La scultura è inquadrabile intorno alla metà del II secolo d.C.
Proveniente dalla Collezione del Cardinale di Carpi (Gruter 1602, p. DCCXVI, n. 4); Collezione Borghese, citata per la prima volta nella sala II da Nibby nel 1832 (pp. 80-81, n. 7); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 46, n. 73. Acquisto dello Stato, 1902.
D(IS) M(ANIBUS)
ET M(E)M(ORIAE) M(ARCI) ULPI HELIADI(S)
FECERUNT M(ARCUS) ULPIUS
PRAENESTINUS ET
AELIA HELIADES FILIO
DULCISSIMO
VI(XIT) AN(NO) I M(ENSIBUS) II D(IEBUS) XXIV
Nella seconda metà del Cinquecento l'ara si ritrova in un disegno di Giovanni Antonio Dosio, conservato nella Biblioteca Nazionale di Firenze, con l’indicazione “nel giardino del Rev.mo Car.le Di Carpi” sul Quirinale (Tedeschi Grisanti 1983, p. 99, n. 60, c). L’ubicazione è confermata da Jan Gruter, nel 1602 (p. DCCXVI, n. 4). Successivamente trasferita nei Giardini Giustiniani, è infine testimoniata nella Villa Borghese, nel 1832, dal Nibby, nella sua attuale sistemazione nella sala II (Tedeschi Grisanti 1983, p. 99, n. 60, c; Nibby, 1832, pp. 80-81, n. 7).
La lastra antica, inserita in un parallelepipedo moderno, è delimitata da una cornice ottenuta mediante due solchi incavati. L’iscrizione funeraria, svolta su sette righe, commemora il piccolo Marco Ulpio Eliade:
D(IS) M(ANIBUS)
ET M(E)M(ORIAE) M(ARCI) ULPI HELIADI(S)
FECERUNT M(ARCUS) ULPIUS
PRAENESTINUS ET
AELIA HELIADES FILIO
DULCISSIMO
VI(XIT) AN(NO) I M(ENSIBUS) II D(IEBUS) XXIV
L'epigrafe funeraria è dedicata dai liberti imperiali Marco Ulpio Prenestino e Elia Eliade al figlio Marco Ulpio Eliade, deceduto all’età di un anno e due mesi. Il Nibby la ricorda a sostegno di una statua di Apollo che suona la cetra e la inquadra all’epoca di Antonino Pio (1832, pp. 80-81, n. 7). L’iscrizione è presente nel Corpus Iscriptionum Latinarum che la menziona sormontata da un rilievo raffigurante un bimbo tra un gallo e un tripode (CIL, VI, 4, 1, 29210). La scultura è da ascrivere intorno alla metà del II secolo d.C.
Giulia Ciccarello