L’ara è ricordata nella sala II della Villa Borghese dal Nibby nel 1832 a sostegno del frammento di una testa colossale di Ercole. La scultura quadrangolare conserva una modanatura aggettante nelle estremità superiore e inferiore; sui fianchi sono raffigurati, in rilievo, gli utensili dei sacrifici rituali, una patera e una piccola brocca. L’iscrizione, posta sulla faccia anteriore, è dedicata al liberto Lucio Giulio Eutichiano dalla madre Giulia Spendusa.
La scultura è inquadrabile cronologicamente nel II d.C.
Collezione Borghese, citata per la prima volta dal Nibby nella sala II (Nibby 1832, pp. 72-73, n. 3). Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 45, n. 66. Acquisto dello Stato, 1902.
D(IIS) M(ANIBUS)
L(UCI) IULI EUTYCHIANI
DEC(URIO) III IIII
VIX(IT) ANN(IS) XXV M(ENSIBUS) VIII D(IEBUS) VIII
IULIA SPENDUSA
MATER INFELICISSIMA
FECIT ET SIBI LIBERTIS
LIBERTABUSQ(UE) SUIS
POSTERISQ(UE) EORUM
L’ara, di forma quadrangolare, è delimitata in alto e in basso da una modanatura aggettante; la superiore composta da un listello e una gola dritta, quella inferiore da un listello, una gola rovescia, un secondo listello e un ovolo. Sui fianchi destro e sinistro sono raffigurati in rilievo i simboli rituali, la patera, una tazza per le libagioni, e un urceus, una piccola brocca. Sulla faccia anteriore, delimitata da un listello, è presente l’iscrizione articolata in nove righe dedicata al liberto Lucio Giulio Eutichiano dalla madre Giulia Spendusa:
D(IIS) M(ANIBUS)
L(UCI) IULI EUTYCHIANI
DEC(URIO) III IIII
VIX(IT) ANN(IS) XXV M(ENSIBUS) VIII D(IEBUS) VIII
IULIA SPENDUSA
MATER INFELICISSIMA
FECIT ET SIBI LIBERTIS
LIBERTABUSQ(UE) SUIS
POSTERISQ(UE) EORUM
L’epigrafe ricorda un monumento funebre eretto da Giulia Spendusa per sé, per il figlio Lucio Giulio Eutichiano, deceduto a venticinque anni, per i suoi liberti e liberte e per i discendenti.
Il Nibby nel 1832 la menziona nella Villa Borghese nella sua collocazione attuale, la sala II, a sostegno di una testa colossale di Ercole, inquadrandola all’epoca degli Antonini per la forma delle lettere. L’autore ipotizza che la dedica sia stata scritta all’epoca del terzo mandato da decurione ricoperto dal liberto e che in un secondo momento sia stato inserito il quarto (Nibby 1832, pp. 72-73, n. 3). Lo Hübner nel 1885 la ritiene risalente al principato degli imperatori Claudio e Nerone, agli inizi del I secolo d.C. (p. 113) mentre la critica attuale la pone nel II secolo d.C.
Giulia Ciccarello