La base marmorea proviene dagli scavi condotti per volontà del Principe Camillo Borghese nel 1826 a Olevano Romano. Poggiante su uno zoccolo modanato e coronata da una cornice con listello, ovolo liscio e gola rovescia, la base sosteneva la statua, perduta, di Tito Antonio Marziale Pudenziano, magistrato di rango senatorio divenuto dapprima questore nella provincia d’Africa, poi tribuno della plebe, quindi pretore e infine legato propretore (assistente del governatore) della medesima provincia, le cui cariche sono elencate nell’iscrizione onoraria sulla faccia anteriore.
Scavi di Gregorio Castellani nella tenuta di Olevano Romano (1826); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 41, n. 7. Acquisto dello Stato, 1902.
La base marmorea può identificarsi in quella rinvenuta in occasione della campagna di scavo condotta per volontà del principe Camillo Borghese nella tenuta di Olevano Romano, su via Nomentana, nel 1826 e affidata allo scavatore Gregorio Castellani. Citata nell’elenco dei reperti come iscrizione sepolcrale, la base di statua onoraria venne alla luce insieme al torso di Eracle (XII) e a lastre di terracotta, una iscrizione che ricorda il restauro di un Fanum Bonae deae, iscrizioni sepolcrali di cui due della gens Vallia e vario materiale architettonico (ASR, Camerlengato, II, tit. IV, b. 167, fasc. 430, prot. 13981-14910).
Disposta in un primo momento nel sotterraneo, è ricordata nella guida alla collezione del 1893 del Venturi, che ne segnala l’utilizzo come basamento del torso virile XXIX.
La base, a corpo parallelepipedo, presenta uno zoccolo articolato in un listello, una gola rovescia, un secondo listello e una fascia lavorata grossolanamente a gradina. La modanatura del coronamento è costituita da un listello, sotto il quale è presente un ovolo liscio, seguito da una gola rovescia. La faccia anteriore è occupata dal campo epigrafico, definito da una cornice a doppio listello. Il testo T(itus) Antonius T(iti) filius/ Martialis Pu/dentianus q(uestor)/ p(rovinciae) Afr(icae), tr(ibunus) pl(ebis), p(raetor), leg(atus) pr(o) pr(aetore) p(rovinciae) Afr(icae) elenca diacronicamente il cursus honorum di Marziale Pudenziano, magistrato di rango senatorio divenuto dapprima questore nella provincia d’Africa, poi tribuno della plebe, poi pretore e infine legato propretore (assistente del governatore) della medesima provincia, che era effigiato nella statua ora perduta.
Considerazioni stilistiche e paleografiche permettono di inquadrare la base nel II sec. d.C.
Jessica Clementi