Busto di Afrodite tipo Saffo
La testa, dal volto, rotondo e pieno, con labbra carnose dischiuse, è collocata di tre quarti a destra del busto moderno, come nella maggior parte delle repliche note del tipo cd. “Afrodite Saffo”. Si conoscono, infatti, almeno tre varianti, determinate dall’acconciatura, dalla disposizione delle bende e del capo; in questo caso, la ricca pettinatura è trattenuta da una tenia che scende sull’asse mediano del capo, stretta dalle fasciature laterali, e terminante con il caratteristico ricciolo ripiegato al centro della fronte. Le repliche della testa, di cui sono noti oltre venti esemplari di età romana, furono destinate principalmente a uso decorativo, spesso allestite in pendant.
Scheda tecnica
Inventario
Posizione
Datazione
Tipologia
Materia / Tecnica
Misure
altezza col busto cm 62; testa cm 29
Provenienza
Collezione Borghese (Falda 1691, tav. 12? ); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 50, n. 128 (sala V). Acquisto dello Stato, 1902.
Conservazione e Diagnostica
Scheda
La testa muliebre, montata su busto moderno e di ignota provenienza, venne affidata da Giuseppe Gozzani, ministro di Casa Borghese preposto all’acquisto di statue per l’allestimento della nuova collezione Borghese, allo scultore e restauratore Massimiliano Labourer nel 1828. Il busto poteva forse far parte della collezione di Villa Pinciana già dal XVII sec., coincidendo con quello caratterizzato da una larga fascia e capelli raccolti presente nell’incisione di Venturini del prospetto decorativo della Fontana del Giardino interno, disposta in asse con l’ingresso principale a Palazzo Borghese (Falda 1691, tav. 12). Nella guida di Antonio Nibby la testa, esposta nella sala dell’Ermafrodito, è descritta come ritratto di Saffo.
La testa, dal volto, rotondo e pieno, con labbra carnose dischiuse, è collocata di tre quarti a destra del busto moderno, come nella maggior parte delle repliche note del tipo cd. “Afrodite Saffo”. È plausibile che la veduta di sinistra fosse quella proposta anche nel modello statuario, consentendo così di apprezzare la ricca pettinatura, trattenuta da una tenia che scende sull’asse mediano del capo, stretta dalle fasciature laterali, e terminante con il caratteristico ricciolo ripiegato al centro della fronte.
La testa ha le stesse misure del tipo inverso attestato nella Galleria Borghese, alla cui scheda si rimanda per una descrizione del modello. Il trattamento delle palpebre pesanti, non completamente dischiuse, avvicinano l’esemplare a quello conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, proveniente da Ercolano e concordemente ritenuto il migliore noto (Gasparri 2000); elementi tecnici e stilistici permettono di datare la testa Borghese all’età traianea.
Jessica Clementi
Bibliografia
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