Il ritratto raffigura un giovane putto con forme piene e infantili. Nel volto, pensieroso e mesto, le guance sono paffute, gli occhi di forme obliqua e le labbra piccole e carnose. Dei corti e mossi riccioli incorniciano la fronte lasciando scoperte le orecchie. la scultura è probabilmente da identificare con una testa di putto acquistata nel 1820 da Michele Ilari e citata per la prima volta nella palazzina Borghese nel 1854.
Si tratta di un’elegante replica, inquadrabile nel I secolo d.C. di un originale di epoca ellenistica.
Collezione Borghese, probabilmente acquistata nel 1820 da Michele Ilari (Moreno, Sforzini 1987, p. 347); citata per la prima volta nel Casino nell’Indicazione del 1854, nella prima camera al primo piano (p. 13, n. 19). Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 45, n. 53. Acquisto dello Stato, 1902.
Il ritratto è probabilmente da identificare con “una testa antica di marmo rappresentante un Putto”, acquistata per cinque scudi, nel giugno del 1820, da Michele Ilari (b. 2148: Moreno, Sforzini 1987, p. 347). Nell’Indicazione del 1854 è menzionato nella prima camera del primo piano della Palazzina Borghese (p. 13, n. 19) mentre il Venturi nel 1893 la ricorda nella terza stanza al primo piano (p. 83). Nella sua attuale collocazione, la sala XX, è descritta nel 2003 (Moreno, Viacava 2003, pp. 266-267, n. 258).
Il busto raffigura un Putto di giovane età dalle forme piene e infantili. Il capo, volto leggermente verso destra e inclinato in avanti, mostra un'espressione assorta e malinconica. Le gote sono paffute, gli occhi di taglio obliquo con palpebre sottili e la bocca ha labbra piccole e carnose. I capelli sono raccolti in un ciuffo sulla sommità della testa da cui scendono lunghe ciocche sul retro e corti riccioli sulla fronte.
Secondo il Lippold la scultura è da ritenere una replica ispirata a un originale di epoca ellenistica. L’autore la pone in confronto con due testine analoghe conservate, una al Museo dell’Hermitage a San Pietroburgo (Inv. 223) e una seconda alla Gliptoteca di Monaco (Inv. 477), ritenendo, tuttavia, l’esempio borghesiano qualitativamente inferiore. Ritiene, inoltre, di fattura moderna il petto e il mento, e la lieve inclinazione della testa, che doveva in origine essere fortemente spostata verso la spalla destra (1925, p. 18, nn. 2773-2774).
In base all’osservazione dei tratti fisiognomici resi da delicate linee nelle palpebre e nella bocca, come pure l’assenza dell’uso del trapano nella capigliatura inducono a suggerire per l’opera un inquadramento cronologico nel I secolo d.C.
Giulia Ciccarello