Il piccolo busto in bronzo patinato ritrae una figura maschile imberbe e nuda. Il capo è inclinato e proteso in avanti, volto verso sinistra. I bulbi oculari presentano le cavità per l’inserzione della pupilla, realizzata probabilmente con materiale diverso.
La figurina è collocata su una cornice dorata, insieme a una seconda, all’interno di uno scomparto circolare in occasione di un intervento settecentesco operato dall’orafo Luigi Valadier. Il bronzetto è compreso in una serie di figurine analoghe ma di differente soggetto conservata all’interno dei depositi della Palazzina Borghese. La superficie particolarmente abrasa e la ridotta porzione conservata non permettono una disamina completa e un inquadramento puntuale del frammento, che sembra potersi assegnare tra il I e il II secolo d.C.
Collezione Borghese, documentato nel 1773. Acquisto dello Stato, 1902.
Il busto, di ridotte dimensioni, ritrae una figura maschile di giovane età, nuda e imberbe. Il capo è aggettante, proteso in avanti e rivolto verso sinistra. La capigliatura è ordinata in lunghe ciocche lisce, orientate sul davanti e trattate a bulino. L'espressione del volto è assorta e serena con occhi ben marcati da palpebre gonfie, naso regolare in linea con la fronte, bocca piccola e socchiusa, con labbra sottili. Nei bulbi oculari sono presenti i fori per l’inserzione delle pupille che dovevano, probabilmente essere realizzate in materiale differente.
La superficie, fortemente rilavorata, con spesse patinature di colore verde e nero e la sistemazione odierna, non permettono una puntuale lettura e un’identificazione del soggetto. Si può avanzare l’ipotesi che si tratti della figura di un giovane atleta. In particolare l’osservazione dell’inclinazione del collo suggerirebbe un’ispirazione all’Atleta di Fano, attribuito allo scultore Lisippo, operante nel IV secolo a.C. (Moreno 1990, pp. 695-702), del quale il bronzetto Borghese potrebbe ritenersi una riproduzione miniaturistica di età imperiale impiegata probabilmente come applique decorativa.
Il piccolo busto, attualmente conservato nei depositi della Palazzina Borghese, è relativo a una serie di bronzetti miniaturistici di soggetto eterogeneo dei quali non risulta menzione negli Inventari e nella bibliografia riguardante la collezione archeologica. Una esaustiva disamina della Minozzi svolta nel 2019 ricorda una nota di pagamento, datata al 1773 e rinvenuta da Gonzàlez-Palacios, circa i restauri dell’orafo Luigi Valadier su vari bronzetti definiti “alcune figurine accomodate”, nei quali l’autrice individua il gruppo in esame (1993, pp. 37, 50). Lo studio del documento che descrive l’integrazione di parti mancanti e l’applicazione delle figurine su tavolette lignee dorate di diversa forma ha indotto l’autrice ad assegnare allo stesso Valadier la realizzazione di tali cornici (2019, pp. 192-195). La figura maschile imberbe è collocata, insieme ad altro bronzetto (inv. CCXCI) in uno scomparto delimitato da una cornice circolare, come elemento di separazione di tre piccoli dipinti su una lunga cornice. Le analisi EDXRF eseguite sulla figura in occasione della mostra “Valadier. Splendore nella Roma del Settecento”, svoltasi nel 2019 presso la Galleria Borghese, ne hanno confermato l’originalità e indicato una composizione di bronzo ternario rivestito di una patina dipinta. Sulla base di tali osservazioni sembra verisimile suggerire per l’opera un inquadramento cronologico tra il I e il II secolo d.C.
Giulia Ciccarello