La scultura è raffigurata in un’incisione del Venturini del 1691 all’interno di una nicchia del muro ai lati di una fontana di fronte l’ingresso del Teatro. Nel 1832 è ricordata nella camera sesta, all’interno della Palazzina e nel 1841 in quella ottava.
La figura maschile, stante sulla gamba destra e con la sinistra leggermente scartata di lato, ritrae un uomo nudo coperto solo da un paludamentum, il mantello, trattenuto da una fibula sulla spalla sinistra e avvolto sul braccio sinistro. Nella mano sinistra sorregge un parazonium, un pugnale senza punta. La scultura, che conserva di antico il torso e la parte alta delle gambe, è stata identificata dagli studiosi come un ritratto dell’imperatore Antonino Pio o di Commodo.
Gli interventi moderni eseguiti sull’opera non permettono una puntuale interpretazione del soggetto originario; si tratta, probabilmente, di una figura in nudità eroica, quindi di notevole rilievo, inquadrabile nel II secolo d.C.
Collezione Borghese, ritratta in una nicchia del muro ai lati di una fontana di fronte l’ingresso del Teatro dal Venturini nel 1691 ca. (Falda, tav. 12); all’interno della Palazzina è ricordata nel 1832 nella camera sesta e nel 1841 in quella VIII (Nibby, p. 130; p. 924, n. 9); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 54, n. 184. Acquisto dello Stato, 1902.
La figura, che conserva di antico il torso e la parte alta delle gambe, è rappresentata stante, poggiata a un tronco di albero con la gamba destra, sulla quale si scarica il peso del corpo, mentre la gamba sinistra, con il tallone sollevato da terra, è leggermente arretrata di lato. Il braccio destro è steso lungo il corpo, mentre il sinistro sorregge nella mano un parazonium, un tipo di spada corta con punta non acuminata, dal manico riccamente decorato. La figura è nuda a eccezione del paludamentum, un mantello che, adagiato sul petto e fermato da una fibula sulla spalla destra, ricade da dietro la schiena sul braccio sinistro. Il capo è leggermente volto verso destra e sormontato da una corona di alloro, deposta su una capigliatura a folti riccioli sovrapposti. Gli occhi, dalle pupille incise, volgono lo sguardo velato di una sottile malinconia verso l’alto. La bocca dalle piccole labbra carnose è leggermente dischiusa, circondata da una corta barba. La scultura è presente in un’incisione del Venturini del 1691 circa, posta in una nicchia del muro ai lati di una fontana di fronte l’ingresso del Teatro (Falda, tav. 12). All’interno della Palazzina il Nibby la menziona nella camera sesta, identificandola con una “statua imperatoria” che ritiene raffigurasse, in origine, Antonino Pio. Considera, inoltre, la testa di fattura moderna, la quale mostrebbe “lo stile del declinare del secolo XVI” (p. 130). Lo stesso autore, nel 1841, la colloca nella camera ottava definendola “statua d’un guerriero con testa simile quella di Antonino Pio” (p. 924, n. 9). La Calza nel 1957 individua nella statua un “tipo eroico con testa-ritratto moderna di tipo Commodo” (p. 8, n. 18). Il Moreno, infine, la considera ispirata a modelli di ambito policleteo, per la posa e il trattamento dell’anatomia (2003, pp. 252-253, n. 242). I massicci interventi eseguiti sull’opera e la mancanza di elementi caratteristici non permettono l’individuazione del soggetto originario. Si può, tuttavia, supporre si tratti della rappresentazione di un personaggio di notevole rilievo in nudità eroica realizzata, probabilmente, nel II secolo d.C.
Giulia Ciccarello