Acquistata nel 1927, l’opera proviene da una collezione privata mantovana. La critica ha inizialmente attribuito il dipinto ad Antonio Allegri da Correggio, ma, gli interventi di restauro e di diagnostica eseguiti negli anni Cinquanta del secolo scorso, hanno smentito questa paternità, avvicinando la piccola tela ad un più generico seguace del maestro emiliano.
Acquisto dalla famiglia Fochessati di Bagno (Mantova), 1927.
L’opera è una recente acquisizione del Museo, acquistata a Mantova nel 1927 per la cifra di 300.000 lire. Adolfo Venturi (1921) vi riconobbe la Madonna precedentemente conservata presso l’Hofmuseum di Vienna, poi di proprietà van Diemen e successivamente alienata negli Stati Uniti, venduta per permettere l’acquisto della Madonna Hellbrunn, ancora oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna (inv. Gemäldegalerie, 6763).
Corrado Ricci (1929; 1930) la ritenne originale dell’Allegri, databile intorno al 1513, probabilmente il prototipo dell’opera austriaca, sebbene versasse in uno stato conservativo alquanto precario. L’autografia venne inizialmente accettata anche dal De Rinaldis (1937), il quale tuttavia, come ricordato da Paola Della Pergola (1955), ben presto la spostò nei depositi.
È grazie all’allora direttrice se l’Istituto Centrale del Restauro eseguì nel 1953 una campagna diagnostica e di restauro sul piccolo dipinto, durante la quale fu possibile riportare in luce il significativo brano di paesaggio sullo sfondo, nascosto da interventi precedenti, facendo definitivamente propendere per l’attribuzione a un seguace molto vicino al Correggio, capace di riproporre, sebbene in veste meno empatica e più scolastica, le soluzioni del maestro emiliano.
Lara Scanu