Madonna con Bambino, san Giuseppe e san Giovannino
(Firenze 1487 - 1527)
Variamente attribuita negli inventari borghesiani al Parmigianino e al Beccafumi, la tavola è stata a lungo considerata una delle opere di esordio di Rosso Fiorentino, avvicinata solo a partire dal 1972 al Maestro dei Paesaggi Kress, personalità identificata dalla critica con Giovanni di Lorenzo Larciani. Raffigura la Madonna detta dell'Umiltà, un soggetto ampiamente frequentato dai pittori che a differenza delle Maestà ritraevano la Vergine seduta a terra e non in trono. Alle sue spalle, in un ameno paesaggio, sono ritratti Giuseppe e il piccolo Giovanni Battista.
Scheda tecnica
Inventario
Posizione
Datazione
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
Misure
Cornice
Salvator Rosa (cm 94,5 x 80 x 6,3)
Provenienza
Roma, collezione Borghese, 1693 (Inventario 1693, Stanza I, n. 53; Della Pergola 1959); Inventario Fidecommissario 1833, p. 36. Acquisto dello Stato, 1902.
Mostre
- 1956 Firenze, Palazzo Strozzi
- 1996 Firenze, Museo degli Uffizi
- 2006 Fucecchio, Museo di Fucecchio
- 2009 Bologna, Museo Civico Archeologico
Conservazione e Diagnostica
- 1906 - Luigi Bartolucci (disinfestazione del supporto)
- 1936 - Carlo Matteucci
- 1958 - Renato Massi (restauro della cornice)
- 2009 - Paola Mastropasqua
Scheda
La provenienza di questa tavola è tuttora ignota. L'opera, infatti, è attestata in collezione Borghese solo a partire dal 1693, così descritta nel relativo inventario: "un quadretto in tavola di 4 palmi con una Madonna e un Bambino in braccio con San Giuseppe San Giovannino in braccio con un Paesino del n. 251 del Parmigianino con cornice dorata" (Inv. 1693).
L'attribuzione al pittore parmense leggibile nel documento seicentesco andò subito persa nei secoli successivi (Inventario Fidecommissario 1833). L'opera, infatti, fu elencata da Giovanni Piancastelli (1891) come 'Pittore anonimo', avvicinata a partire da Adolfo Venturi ad 'un buon maestro fiorentino' (Venturi 1893) e solo con Ciaranfi (1934) attribuita al senese Domenico Beccafumi. Tale nome, confermato da Bernard Berenson (1936), fu però scartato da Roberto Longhi (1928) che, dal canto suo, parlò di un giovanissimo Rosso Fiorentino, datando la Madonna Borghese dapprima al 1512 (Longhi 1928) e in un secondo momento verso il 1514 (Id. 1953). Questo parere, accolto da tutta la critica (Becherucci 1944; Barocchi 1950; Freedberg 1961, Carroll 1964 [ed. 1976]; Borea 1965; Natali-Cecchi 1989; Conti 1995), fu inoltre confermato da Paola Della Pergola (1959) che, nel catalogo dei dipinti della Galleria Borghese, pubblicò la tavola come opera autografa di Rosso Fiorentino.
Il primo a mettere in discussione tale pista fu Carlo Gamba (1957), proponendo di assegnare il dipinto al poco noto pittore Antonio di Donnino, seguito nel 1972 da Federico Zeri che, approfondendo due paesaggi conservati presso la National Gallery di Washington, provenienti dalla collezione di Samuel H. Kress, parlò di 'Maestro dei Paesaggi Kress', un'anonima personalità cui lo studioso propose di assegnare anche la Sacra famiglia con quattro santi di Fucecchio (Museo di Fucecchio), la Madonna col Bambino del Museo di Arezzo e la Madonna con Bambino e san Giovannino di Monaco (coll. privata). La vera identità di questo maestro, inventata per ovviare alla mancanza di un nome cui assegnare un certo numero di opere stilisticamente tutte molto vicine, è stata individuata solo nel 1998 da Luis Waldman. La studiosa, infatti, in seguito alla scoperta di alcuni documenti relativi alla commissione della pala di Fucecchio, ritrovò il nome del suo vero autore, ossia Giovanni di Lorenzo Larciani, cui la critica non ha avuto alcun dubbio nello spostare en bloc tutti i dipinti fino ad allora assegnati al Maestro Kress, tra i quali la tavola Borghese (Waldman 2006; Sambo 2009).
È qui interessante sottolineare come la personalità di questo artista, la cui produzione sta emergendo di recente in maniera alquanto consistente (Palmieri 2011; Aquino 2013; Del Rosso 2017), aderisca perfettamente a quella tratteggiata da Zeri diversi anni prima: attivo in area fiorentina nella prima metà del XVI secolo, fu infatti molto vicino al gruppo degli 'eccentrici fiorentini' (Waldman 2001), con i quali condivide quella insofferenza per le regole, visibile sia nella resa squillante dei colori, sia nell'uso di una linea fluida ma al contempo angolosa.
Antonio Iommelli
Bibliografia
- G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 468;
- A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 164;
- R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane. La R. Galleria Borghese. Andrea del Sarto, in “Vita Artistica”, II, 1927, II, pp. 87-88;
- R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, pp. 131-135;
- K. Kusenberg, Le Rosso, Paris 1931, p. 130;
- A. M. Ciaranfi, Alcune opere del Beccafumi, in “Bullettino Senese di Storia Patria”, IV, 1934, pp. 1, 12;
- B. Berenson, Pitture Italiane del Rinascimento, Milano 1936, p. 57;
- L. Becherucci, Manieristi toscani, Bergamo 1944, pp. 23-24;
- A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese, Roma 1948, p. 52;
- P. Barocchi, Il Rosso fiorentino, Roma 1950, pp. 20-22;
- G. B. Comandè, Introduzione allo studio dell’Arte di Andrea del Sarto, Palermo 1950, pp. 66-67, 70;
- P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Milano 1950, p. 26;
- P. della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1951, p. 31;
Fontainebleau e la maniera italiana, catalogo della mostra (Napoli, Mostra d'Oltremare, 1952), a cura di Centro Italiano di Arte Cultura Spettacolo, Firenze 1952, p. 2;
- G. Briganti, Una Madonna del Rosso, in “Paragone”, XLIII, 1953, p. 52;
- R. Longhi, Ambrogio Figino e due citazioni del Caravaggio, in “Paragone”, LV, 1954, p. 8;
Il Pontormo e il primo manierismo fiorentino, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 1956), a cura di U. Baldini, L. Berti, Firenze 1956, pp. 119-120;
- L. Ferrara, Galleria Borghese, Novara 1956, pp. 32-33;
- R. Oertel, Pontormo und der Florentiner Frühmanierismus. Austellung in Palazzo Strozzi in Florenz – 24 May-15 Juli,in “Kunstchronik”, IX, 1956, pp. 9, 219;
- C. Gamba, Antonio di Donnino, in “L’Arte”, XXI, 1957, pp. 7-9;
- P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, pp. 50-51, n. 71;
- S. J. Freedberg, Andrea del Sarto, I, Cambridge 1961, pp. 248-251;
- F. Zeri, Eccentrici Fiorentini, in “Bollettino d’Arte”, XLVII, 1962;
- E. A. Carroll, The drawings of Rosso Fiorentino, I, New York 1964, pp. 98-100;
- C. Del Bravo, Un dipinto manieristico, in “Festschrift Ullrich Middeldorf”, I, 1968, pp. 281-283;
- A. Pinelli, La Maniera: definizione de campo e modelli di lettura, in “Storia dell'Arte Italiana”, VI, Torino 1981, p. 112;
- L. Berti, Per gli inizi del Rosso Fiorentino, in “Bollettino d’Arte”, XVIII, 1983, pp. 45-60;
- A. Natali, in A. Natali, A. Cecchi, Andrea Del Sarto: catalogo completo dei dipinti, Firenze 1989, pp. 16-17;
- A. Conti, Pontormo, Milano 1995, p. 25;
- R. Spinelli, in L'Officina della Maniera. Varietà e fierezza nell'arte fiorentina del Cinquecento fra le due repubbliche 1494-1530, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi, 1996), a cura di
- A. Cecchi, A. Natali, Firenze 1996, pp. 326-327, n. 117;
- L.A. Waldman, The 'Master of the Kress Landscapes' Unmasked: Giovanni Larciani and the Fucecchio Altar-piece, in "The Burlington Magazine", CXL, 1998, pp. 456-469;
- L.A. Waldman, The Rank and File of Renaissance Painting: Giovanni Larciani and the "Florentine Eccentrics", in Italian Renaissance Masters, catalogo della mostra (Milwaukee, Haggerty Museum of Art at Marquette University, 2001), a cura di D. Franklin, A. Sawkins, Milwaukee 2001, pp. 24-45;
- C. Stefani, in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 287;
- K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 109;
- R. C. Proto Pisani, in La valle dei tesori: capolavori allo specchio; una mostra del territorio dell’Empolese Valdelsa, catalogo della mostra (Empoli, Museo della Collegiata di Sant’Andrea; Certaldo, Museo di Arte Sacra; Montespertoli, Museo di Arte Sacra; Castelfiorentino, Museo di Santa Verdiana; Fucecchio, Museo di Fucecchio, 2006), a cura di R.C. Proto Pisani, Firenze 2006, p. 38;
- L. A. Waldman, in La valle dei tesori: capolavori allo specchio; una mostra del territorio dell’Empolese Valdelsa, catalogo della mostra (Empoli, Museo della Collegiata di Sant’Andrea; Certaldo, Museo di Arte Sacra; Montespertoli, Museo di Arte Sacra; Castelfiorentino, Museo di Santa Verdiana; Fucecchio, Museo di Fucecchio, 2006), a cura di R.C. Proto Pisani, Firenze 2006, p. 100;
- E. Sambo, Il Maestro dei paesaggi Kress, un eccentrico fiorentino, in Federico Zeri: dietro l'immagine; opere d'arte e fotografia, catalogo della mostra (Bologna, Museo civico archeologico 2009-10), a cura di A. Ottani Cavina, Torino 2009, p. 62 n. IX;
- M. Palmieri, Un'aggiunta al catalogo di Giovanni di Lorenzo Larciani, in 'Arte cristiana', XCIX, 2011, pp. 423-428;
- L. Aquino, Francesco Granacci e Giovanni Larciani all'Oratorio di Santa Caterina all'Antella, Firenze 2013;
- A. Del Rosso, Il primo Cinquecento a San Miniato. Bernardo di Niccolò Checchi architetto e l'ornamento del SS. Crocifisso. Con una nota su Giovanni di Lorenzo Larciani, Fucecchio 2017.