Galleria Borghese logo
Risultati della ricerca
X
Nessun risultato :(

Consigli per la tua ricerca:

  • I risultati del motore di ricerca si aggiornano istantaneamente non appena si modifica la chiave di ricerca.
  • Se hai inserito più di una parola, prova a semplificare la ricerca scrivendone solo una, in seguito si potranno aggiungere altre parole per filtrare i risultati.
  • Ometti parole con meno di 3 caratteri, ad esempio "il", "di", "la", perché non saranno incluse nella ricerca.
  • Non è necessario inserire accenti o maiuscole.
  • La ricerca di parole, anche se scritte parzialmente, includerà anche le diverse varianti esistenti in banca dati.
  • Se la tua ricerca non produce risultati, prova a scrivere solo i primi caratteri di una parola per vedere se esiste in banca dati.

Madonna con Bambino benedicente

ambito toscano


Attribuita in passato ad Agostino Carracci, la tavola è stata concordemente riferita ad un anonimo pittore toscano fortemente influenzato dalla grazia e dalle soluzioni formali care al Perugino e a Raffaello. Raffigura la Vergine con il piccolo Gesù, entrambi ritratti entro una nicchia architettonica che, celando lo sfondo, rende più vicino il gruppo all’osservatore.


Scheda tecnica

Inventario
372
Posizione
Datazione
prima metà del XVI secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 62,5 x 44,5
Cornice

Salvator Rosa (cm 77 x 59 x 7)

Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1693 (Inventario 1693, Stanza II, n. 54; Della Pergola 1959); Inventario Fidecommissario Borghese Borghese 1833, p. 32. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1903-05 Luigi Bartolucci (intervento sulla tavola).

Scheda

La provenienza di questo dipinto è tuttora ignota. L'opera, infatti, è attestata in casa Borghese solo a partire dalla fine del XVII secolo, riconosciuta - seppur con qualche riserva - con la tavola così descritta nel 1693: "quadro di tre palmi in circa con una Madonna e un Bambino in braccio che dà la Beneditione in tavola del n. 427 con cornice dorata intagliata e liscia. Incerto" (Inv. 1693; Della Pergola 1959).

Inspiegabilmente attribuita nel Fidecommisso ottocentesco e nel Catalogo di Giovanni Piancastelli (Id. 1891) ad Agostino Carracci, l'opera fu dapprima avvicinata da Adolfo Venturi all'ambiente fiorentino (Venturi 1893), e successivamente da Roberto Longhi alla produzione di Girolamo del Pacchia (Longhi 1928), pareri entrambi scartati da Paola della Pergola che nel 1959 parlò di un anonimo 'Maestro toscano' della prima metà del XVI secolo. Come riferito dalla studiosa, infatti, la resa assai debole e di modesta qualità della composizione rende arduo qualsiasi tentativo di riconoscere il suo autore, una personalità certamente influenzata dalla coeva produzione degli epigoni raffaelleschi.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 182;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 181;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 213;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 38;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 123.