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Madonna con Bambino e san Giovannino

Francesco di Cristofano detto Franciabigio

(Firenze 1484 - 1525)

La tavola proverrebbe dal sequestro dei beni del Cavalier d’Arpino, accusato nel 1607 dai fiscali di Paolo V di detenzione illegale di armi da fuoco. Il dipinto, inizialmente attribuito alla scuola di Raffaello, è stato riconosciuto dalla critica come opera del Franciabigio: si tratta di un lavoro giovanile in cui l’artista, rinnovando la tradizione fiorentina del formato circolare, inserisce il gruppo sacro in un vasto paesaggio, una composizione che mostra evidenti analogie con i capolavori del grande Raffaello. La Vergine, il cui volto richiama alla mente i modi di Andrea del Sarto, tiene in mano una melagrana, simbolo di morte e di rinascita, i cui chicchi, dal colore rosso intenso, rimandano al sangue versato da Cristo per l'umanità. 

Scheda tecnica

Inventario
458
Posizione
Datazione
1518 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
diametro cm 87
Cornice
Cornice ottocentesca
Provenienza
(?) Roma, collezione Giuseppe Cesari, 1607; (?) Roma, collezione Scipione Borghese, 1607; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 21. Acquisto dello Stato, 1902.
Conservazione e Diagnostica
  • 1907 Luigi Bartolucci (disinfestazione con olio di cedro; riparazione dei buchi)
  • 1992 Istituto Centrale del Restauro (disinfestazione)

Scheda

La data d'ingresso di questo dipinto in collezione Borghese è tuttora ignota. Secondo Paola della Pergola (1959) proverrebbe dalla quadreria di Giuseppe Cesari, sequestrata nel 1607 dai fiscali di Paolo V. La studiosa, infatti, lo individua - seppur con qualche dubbio - con il "quadro tondo della Madonna con Christo e San Gio. Battista" che però, in mancanza di altri dati, tale descrizione sembrerebbe troppo generica per poterlo identificare. 

L'opera, difficilmente individuabile per gli stessi motivi negli inventari settecenteschi, si può invece riconoscere con certezza negli elenchi fedecommissari del 1833, descritta dall'estensore dell'inventario come scuola di Raffaello. Segnalata allo stesso modo da Giovanni Piancastelli nel catalogo dei quadri della Galleria Borghese del 1891, la tavola fu attribuita per la prima volta da Adolfo Venturi (1893) a Giuliano Bugiardini, ipotesi scartata da Roberto Longhi (1928) che rifacendosi a un parere di Giovanni Morelli (1897) assegnò il dipinto al Franciabigio, datandolo intorno al 1518. In realtà, Longhi interpretò erroneamente il giudizio di Morelli che in effetti non si riferiva a quest'opera, bensì allo Sposalizio di santa Caterina (inv. 177) dello stesso autore. Tuttavia, malgrado l'errore, la critica accolse positivamente l'attribuzione longhiana, confermata poco dopo da Bernard Berenson (1935), da Paola della Pergola (1959) e nel 1974 da Susan McKillop.

Il tondo, che per il suo formato ben si inserisce nel solco della pittura fiorentina, rappresenta la Madonna con il piccolo Gesù, ritratti secondo uno schema raffaellesco in un vasto paesaggio in compagnia di san Giovannino. La Vergine, il cui volto richiama alla mente i modi di Andrea del Sarto, tiene in mano una melagrana, simbolo di morte e di rinascita, i cui chicchi, dal colore rosso intenso, rimandano al sangue versato da Cristo per l'umanità. 

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 299; 
  • J. Burckhardt, W. Bode, Der Cicerone, II, Leipzig 1893, p. 680; 
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 115; 
  • G. Morelli, Della Pittura Italiana. Studi Storici Critici: Le Gallerie Borghese e Doria Pamphili in Roma, Milano 1897, p. 93; 
  • J. Cartwright, The Painters of Florence from the Thirteenth to the Sixteenth Century, New York 1901, p. 333; 
  • B. Berenson, Florentine Painters, New York 1909, p. 125; 
  • G. Cantalamessa, Note manoscritte al Catalogo di A. Venturi del 1893, Arch. Gall. Borghese, 1911-1912, n. 177; 
  • J.A. Crowe, G.B. Cavalcaselle, A History of Painting in North Italy, VI, London 1912, p. 120; 
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 195; 
  • B. Berenson, Pitture Italiane del Rinascimento, Milano 1936, p. 181; 
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 26, n. 27; 
  • F. Sricchia Santoro, Per il Franciabigio, in “Paragone Arte”, I, 1963, p. 8;
  • S. McKillop, Franciabigio, Los Angeles-London 1974, pp. 90, 171; 
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 292; 
  • M.E. Massimi, Giudici, Francesco, detto il Franciabigio, in Dizionario Biografico degli Italiani, LVI, 2001, ad vocem;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 149.