Il basamento rettangolare, che richiama la foggia di una mensa d’altare, è decorato da una cornice a volute e motivi naturali, con fiori dorati agli angoli. La cornice inquadra quattro riquadri con la raffigurazione degli Evangelisti intenti a scrivere, accompagnati dal loro simbolo: l’angelo per Matteo, il leone per Marco, il toro per Luca e l’aquila per Giovanni. Sono rappresentati nel loro studio o in un interno architettonico, tranne Giovanni che si trova in un’ambientazione naturale. Su tale basamento, s'innesta un'ancona a tre livelli o ordini, impostata su un alto zoccolo che funge da predella; questo è suddiviso da quattro pilastri in tre nicchie, la centrale, maggiore, quadrata, ornata da cherubino e figure forse profetiche, e le due laterali centinate, con le raffigurazioni dell’Arcangelo Gabriele e della Madonna Annunciata. Davanti ai pilastrini sono statuine delle Virtù. Il primo e principale ordine dell’ancona presenta al centro un bassorilievo centinato con l’Immacolata Concezione, fiancheggiato da due nicchie con le figure della Fede e della Carità e circondato da quattordici riquadri con le seguenti scene: Adorazione dei Magi, Fuga in Egitto, Gesù tra i Dottori, Ingresso a Gerusalemme, Lavanda dei piedi, Orazione nell'orto, Cattura di Cristo, Cristo Davanti a Pilato, Cristo deriso, Flagellazione, Incoronazione di Spine, Ecce Homo, Andata al Calvario, Cristo al Limbo.
All'esterno, sui due lati, sono aeree nicchie a giorno con i quattro Dottori della Chiesa. Il secondo ordine ospita al centro la raffigurazione della Pietà, in una formulazione divenuta canonica per una serie di “paci” o tavole usate per la venerazione. Vi è rappresentata la Vergine che sostiene il Cristo deposto mentre, in basso, il particolare delle tenaglie fa riferimento allo schiodamento dalla croce, appena avvenuto. Nel terzo livello troviamo la raffigurazione di Cristo giudice, seduto nei cieli tra gli eletti e sostenuto da angeli con le trombe del Giudizio; in basso sono le due schiere di anime destinate al Paradiso o agli Inferi. Chiude la composizione un coronamento con il Crocifisso, su una base con rilievo dell’Ultima Cena, e le figure di Cristo, risorto e vittorioso sul demonio, e di Apostoli.
L'altarolo portatile, detto anche oratorio domestico, è opera di Matthias Wallbaum, come testimoniato dai punzoni rinvenuti nella zona inferiore sinistra del riquadro mediano con il Cristo deposto. L’artista tedesco, attivo ad Augusta, era un esperto di questo tipo di oggetti, frutto della collaborazione di un ebanista e di un argentiere ed estremamente costosi per la lavorazione e i materiali usati. L’opera è databile certamente dopo il 1579, anno in cui viene usato il marchio della città di Augusta, rinvenuto sull’oggetto, datazione probabilmente restringibile verso la fine del secolo, dato che Wallbaum prese la patente di maestro nel 1590 (Rosenberg 1922, nn. 126, 428). Il suo marchio rappresenta un albero di noce, wallnussbaum in tedesco, assimilabile al suo nome (Pedrocchi, in Una donna vestita di sole, 2005, p. 203).
L’oggetto fu probabilmente acquistato dal cardinale Scipione Borghese, grande collezionista di questo tipo di manufatti, realizzati in genere da artisti tedeschi per il mercato italiano. L’acquisto avvenne prima del 1619, anno in cui l’altarolo risulta citato in un inventario della famiglia (Faldi 1954, p. 62, cat. 60;). Il rilievo che rappresenta la Pietà è tratto da un disegno di Guglielmo della Porta, prototipo di numerose paci e placchette prodotte a partire dagli anni Sessanta del Cinquecento (si vedano per confronto gli esempi conservati a Washington, National Gallery of Art; New York, Metropolitan Museum of Art).
Sonja Felici