Il piccolo olio su rame, che è sicuramente in collezione Borghese nel 1833, rappresenta un paesaggio all’interno del quale è raffigurata la scena del battesimo di Cristo. La minuziosità tipicamente fiamminga è inserita in una ambientazione tipicamente ferrarese, elemento che ha condotto la critica ad avvicinare la composizione all’ambito di Nicolò dell’Abate.
Roma, Collezione Borghese, registrato nell’Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 31. Acquisto dello Stato, 1902.
In ragione delle dimensioni e del supporto, il piccolo dipinto in analisi è da riconoscersi con l’opera presente nel documento fidecommissario del 1833 e descritta come: «101. Un paesino, del Brugolo, largo nel Diametro oncie 6, in rame». Adolfo Venturi (1893) lo attribuisce a Jacques Callot, senza ulteriori motivazioni o confronti di matrice stilistica, ma Roberto Longhi (1928) rifiuta l’avvicinamento proposto in precedenza.
Paola della Pergola (1955) ravvisa una composizione di “secondaria” importanza, data la qualità della pittura, ma sicuramente avvicinabili alla maniera di Nicolò dell’Abate, viste le tangenze con lo «spirito di quella pittura ferrarese che sentiva le prime influenze fiamminghe».
È forse più pertinente ricondurre l’opera ad un artista fiammingo vicino alle soluzioni stilistiche del pittore modenese e a conoscenza delle sperimentazioni paesaggistiche ferraresi, operante intorno al quinto decennio del Cinquecento.
Lara Scanu