L’opera, di non facile attribuzione, è stata avvicinata a Herri met de Bles, artista fiammingo apprezzato a Roma e in altre città italiane, dove lasciò minuziose e dettagliate vedute completamente inventate. Il dipinto, un paesaggio roccioso con esilissimi alberi, accoglie due scene della vita di san Giovanni Battista - la Predica alle folle e il Battesimo di Cristo - che ben si amalgamano con la natura circostante.
Salvator Rosa (cm 42 x 61 x 4,7)
Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 38). Acquisto dello Stato, 1902.
La provenienza di questo dipinto è tuttora sconosciuta. Non è possibile, infatti, rintracciarlo negli inventari borghesiani sei-settecenteschi dove, in assenza di un numero di inventario o di una precisa descrizione del soggetto, è difficilmente individuabile. Pertanto, anche la pista suggerita da Paola della Pergola (Eid. 1959), secondo cui la tavoletta, già appartenente a Lucrezia d'Este, sarebbe giunta ai Borghese tramite l'eredità di Olimpia Aldobrandini senior, resta solo un'ipotesi senza alcun fondamento.
Il primo riferimento sicuro per quest'opera risale al 1833, anno in cui il Paesaggio compare negli elenchi fedecommissari come 'ignoto fiammingo'. Pochi anni dopo, nel 1893, Adolfo Venturi (Id. 1893) lo assegnò al pittore Joachim Patenier (Venturi 1893), attribuzione messa in dubbio dalla critica (Cantalamessa in Note manoscritte; Hoogewerff 1926), in particolare da Roberto Longhi (Id. 1928) che ritenne l'opera eseguita da un imitatore del noto maestro fiammingo.
Ad avvicinare il quadretto alla cerchia di Herri met de Bles, artista nativo di Dinant e nipote di Patenier, fu Paola della Pergola (Eid. 1959) che però, riscontrando una certa mediocrità nell'esecuzione, parlò debitamente di 'maniera', parere qui condiviso. La tavola, infatti, pur presentando diversi elementi vicini al catalogo del pittore, soprannominato il Civetta per l'uso di firmare le opere raffigurandovi questo animale sopra un albero, non raggiunge quella qualità tipica delle sue opere, caratterizzate da un accurato calligrafismo dei dettagli.
Antonio Iommelli