Questo rame è descritto nei vari inventari, in pendant con il Paese con Cristo tentato dal demonio (inv. 476), entrambi attribuiti a un certo 'Cornelio Satiro', identificato dalla critica con Cornelis van Ryssen, pittore proveniente dalle Fiandre che una volta a Roma entrò in contatto con il gruppo dei Bentvueghels, dai quali prese evidentemente il soprannome.
La scena rappresenta un gruppo di uomini, di cui uno a cavallo, ritratti completamente immersi in un paesaggio dominato da un grande edificio in rovina ricoperto da una folta vegetazione. Il supporto in
rame, che rende i colori più lucidi e smaltati, rimanda direttamente al contesto nordico, cui apparteneva il pittore.
Questa pittura è segnalata in collezione Borghese a partire dal 1693, elencata nell'inventario di quell'anno insieme al Paese con Cristo tentato dal demonio (inv. 476), attribuito però dalla critica a un artista diverso, assai prossimo alla maniera di Jan Brueghel il Vecchio (Della Pergola 1959). Come per il Paesaggio con Erminia che giunge tra i pastori (inv. 283) e il Paesaggio con Erminia riconosciuta dai pastori (inv. 289), anche per questo rame fu avanzato il nome di 'Cornelio Satiro", artista identificato da Paola della Pergola (1959) con Cornelis van Ryssen (Poelenburg of van Ryssen secondo Orbaan 1911), pittore fiammingo, attestato a Roma nel 1667, anno in cui entrò a far parte della compagnia dei Bentvueghels (cfr. Della Pergola, cit.).
Come per gli altri paesaggi, nel 1891 il dipinto fu attribuito al bolognese Ludovico Mattioli (Piancastelli 1891), nome mutato da Adolfo Venturi (1893) e da Roberto Longhi (1928) con Herman van Swanevelt, attribuzione rifiutata da Paola della Pergola che nel 1959 assegnò il dipinto al Van Ryssen.
Il quadro raffigura un paesaggio classico, dominato da un edificio in rovina, i cui resti sono coperti da una folta vegetazione. Al centro, in groppa ad un cavallo, un uomo sembra voler raggiungere il misterioso individuo ritratto in primo piano, seduto all'ombra di un albero. Come negli altri due rami (inv. 283, 289), la scena è costruita per piani - l'edificio classico sullo sfondo, il paesaggio sulla destra, la radura in primo piano - raccordati tra loro da un sentiero tortuoso che obbliga l'occhio ad osservare i diversi angoli della composizione.
L'assegnazione di questo dipinto al catalogo di Van Ryssen è stata ribadita nel 2006 da Kristina Herrmann Fiore.
Antonio Iommelli