Il busto è ricordato, nel 1828, insieme altri 15 posti sopra altrettante mensole nel portico della Palazzina Borghese. La bibliografia lo indica nella quasi totalità di fattura moderna o tardo rinascimentale. La scultura raffigura l’imperatore Adriano in età matura con indosso una loricata squamata e il paludamentum, il mantello, sulla spalla sinistra.
Pur nella posizione elevata si osservano un cattivo stato di conservazione della superficie con notevoli interventi di restauro effettuati su un nucleo antico.
Esclusivamente sulla base dell’osservazione stilistica la scultura sembra potersi assegnare alla metà del II secolo d.C.; con parti di lavorazione moderna.
Collezione Borghese, ricordato nel 1828 nel portico della Palazzina con altri busti e individualmente nel 1891 (Archivio Apostolico Vaticano, Arch. Borghese 348, Galleria e Museo. Titoli diversi, fasc. 33, 1828, c. 6r; Bernoulli 1891, p. 112, n. 38). Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 41, n. 9. Acquisto dello Stato, 1902.
Il busto raffigura l’imperatore Adriano in età matura. Il capo, rivolto verso sinistra, è coronato da una capigliatura a riccioli ondulati orientati verso la fronte dove formano una corona di ciocche virgolettate. Il volto è lievemente allungato e caratterizzato da una fronte rettangolare attraversata da un lungo solco orizzontale che incrocia due piccole verticali all’attacco del naso. Le sopracciglia sono leggermente contratte e i piccoli occhi ravvicinati hanno palpebre appena incise. Ai lati delle narici sono presenti due leggere pieghe e la bocca dalle labbra sottili è inquadrata da baffi che si ricongiungono inferiormente ai riccioli della barba, contraddistinta da corti tratti incisi. Le orecchie, non coperte dai capelli, presentano entrambe il solco verticale sul lobo - cosiddetto segno di Frank - che caratterizza la fisionomia di Adriano nota dai ritratti ufficiali. Il busto è vestito da una corta tunica che fuoriesce dalla lorica a squame decorate da una linea centrale. Sulla spalla sinistra una fibula circolare trattiene il paludamentum, il mantello, che forma un ampio e morbido drappeggio mentre su quella destra dallo spallaccio pende un laccio terminante in un fiocco.
La scultura sembra potersi accostare iconograficamente a una analoga del tipo Imperatori 32 conservata presso i Musei Capitolini (Wegner 1956, pp. 20-24, tav. 22b). Nella Palazzina Borghese è citata per la prima volta nel 1828: “Nel Portico del sudetto Casino […] N. 16 Busti sopra altrettante mensole” (Archivio Apostolico Vaticano, Arch. Borghese 348, Galleria e Museo. Titoli diversi, fasc. 33, 1828, c. 6r). La bibliografia la riporta comunemente insieme agli altri busti esposti nel portico senza fornire una descrizione individuale. Nel 1891 il Bernoulli avanza dubbi sulla sua antichità (p. 112, n. 38). Nella testimonianza del Venturi del 1893 i busti posti sopra le mensole sono 14 e l’autore, che ne fornisce una breve descrizione, ritiene moderno il busto loricato: “uno di essi rappresentante Adriano con aggiunta lorica a squame” (p. 12). Il Wegner, di medesimo avviso, propone un inquadramento forse tardo rinascimentale (1956, p. 113). Mentre, in seguito, Fittschen e Zancker lo menzionano “probabilmente moderno” (1985, p. 51). La Evers, che associa il tipo iconografico al Rollockenfrisur, inserisce il ritratto Borghese tra le “copie di età rinascimentale o di fattura moderna” (1994, p. 210). Tale tesi è sostenuta anche dal Moreno (2003, p. 67, n. 12).
Il cattivo stato di conservazione della scultura, attribuibile a una lunga esposizione ad agenti atmosferici e a diversi fattori di deterioramento, e i conseguenti interventi di restauro indicano che possa trattarsi di un ritratto antico profondamente rilavorato. In base a tali considerazioni appare difficile proporre un inquadramento cronologico se non sulla base dell’osservazione stilistica che induce a ipotizzare la metà del II secolo d.C., con consistenti interventi moderni.
Giulia Ciccarello