La testa raffigura una donna in età matura dai tratti fisiognomici ben delineati con occhi a mandorla dall’iride incisa, piccole labbra chiuse e i capelli sistemati in una elaborata pettinatura. Sopra la fronte, dalla scriminatura centrale dipartono due bande di ciocche ondulate, lievemente incise, trattenute da una piccola fascia. Sulla sommità il capo è coronato da un “turbante” composto da tre piani di trecce arrotolate. Il ritratto sembra richiamare le caratteristiche fisiognomiche di Faustina maggiore, moglie dell’imperatore Antonino Pio, o quelle di sua cognata, Domizia Lucilla, madre dell’imperatore Marco Aurelio, così come diffusi dall’iconografia imperiale.
La scultura Borghese sarebbe quindi da inquadrare intorno alla metà del II secolo d.C.
Collezione Borghese, è citata per la prima volta nell’Inventario legato alla Primogenitura istituita da Giovanni Battista Borghese del 1610 (de Lachenal 1982 pp. 66-97); all’interno della Palazzina è ricordato nel 1841, nella sua attuale collocazione, la sala VIII (Nibby 1841, p. 925, n. 17); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 53, n. 177. Acquisto dello Stato, 1902.
Il ritratto compare nell’Inventario legato alla Primogenitura istituita da Giovanni Battista Borghese del 1610, nel quale è menzionato al n. 85 come “Testa di Faustina con busto e braccio involto nella veste” (Archivio Borghese, n. 37, Tomo XVI, Atti di famiglia, n. 616, n. 55: de Lachenal 1982 pp. 66-97). Successivamente, nel 1828, è inserito nella quinta nota tra le opere destinate ad essere restaurate dallo scultore Antonio D’Este (Moreno, Sforzini 1987, pp. 342, 361). Il Nibby nel 1841, lo ricorda nella sua attuale collocazione, la sala VIII (Nibby 1841, p. 925, n. 17). Il ritratto raffigura una donna, in una rigida visione frontale, posta su un busto moderno. Il volto è di forma ovale e poco allungata, con piccole labbra chiuse. Agli angoli della bocca due depressioni oblique ne evidenziano il labbro inferiore. Gli occhi, amigdaloidi, rivolti verso l’alto a sinistra con iridi incise, sono provvisti di arcate sopraccigliari che arrivano a congiungersi alla base del naso. Sul capo l’acconciatura è particolarmente elaborata. Partendo dall’attaccatura sulla fronte due bande ondulate si dispongono ai lati di una scriminatura centrale, e si intrecciano formando una serie di onde correnti, separate da uno stretto cordoncino liscio e ricondotte dietro le orecchie, lasciate scoperte. Superiormente l’acconciatura si completa con un’ampia corona composta da tre piani di trecce piatte, in forma di turbante, circondando la sommità del capo. Le singole ciocche sono attraversate internamente da lievi incisioni.
Le caratteristiche fisiognomiche e la particolare pettinatura sembrano richiamare il tipo ritrattistico di Faustina Maggiore, moglie dell’imperatore Antonino Pio, in particolare la variante meno elaborata individuata dal Wegner e definita “Imperatori 36”, dalla replica conservata ai Musei Capitolini, datata all’inizio del regno di Antonino Pio (Wegner 1939, pp. 26, 161, tav. 10). Da essa, tuttavia, si discosta per alcune caratteristiche fisiognomiche, avvicinandosi maggiormente al ritratto di Domizia Lucilla, cognata di Faustina e madre di Marco Aurelio. L’identificazione risulta avvalorata dal confronto con il busto conservato ad Hannover e con il ritratto, proveniente da Ostia e oggi nella sala a Croce Greca dei Musei Vaticani, che riproducono Domizia in età piuttosto avanzata (Leschi 1935, pp. 81-94; Calza 1964, n. 149). In considerazione del periodo nel quale le due donne furono assunte alla dignità di Auguste, per la scultura Borghese sembra verisimile proporre un inquadramento cronologico a cavallo della metà del II secolo d.C.
Giulia Ciccarello