La testa femminile, posta su un busto moderno, presenta tratti fisiognomici eleganti e regolari con occhi grandi e piccole labbra chiuse e definite ai lati. Una corona di capelli circonda il viso mentre sul resto del capo la capigliatura è disposta in bande parallele longitudinali e raccolta in una crocchia rotonda posteriore. Tale pettinatura a “melone” richiama l’iconografia ufficiale adottata per i ritratti di Crispina, giovane moglie di Commodo, in particolare nel periodo del suo matrimonio nel 178 d.C. e dell'assegnazione del titolo di Augusta.
La scultura è ricordata per la prima volta nella Palazzina Borghese nel 1833 collocata, insieme a altre tre, nelle nicchie ovali del Portico.
Collezione Borghese, ricordato nel 1833 nel Portico nell’Inventario Fidecommissario Borghese (C, p. 41, n. 10). Acquisto dello Stato, 1902.
La testa femminile è posta su un busto moderno vestito di un morbido panneggio trattenuto da una serie di bottoncini circolari sulle spalle e coperto da un mantello che forma sul petto un voluminoso fascio di pieghe orizzontali, l’umbo.
Il capo è lievemente rivolto verso destra e il volto, dal perfetto ovale, presenta lineamenti regolari ed eleganti con grandi occhi di forma amigdaloide, arcate sopraccigliari accennate e una piccola bocca arcuata dalle labbra carnose. Le iridi sono incise circolarmente e le pupille, rivolte verso l’alto, conferiscono allo sguardo un’espressione spiritualizzata e trasognata. I capelli, spartiti sulla fronte, formano un rotolo piatto e sollevato che circonda la testa, lasciando le orecchie quasi completamente libere. Sul resto del capo sono ordinati in bande parallele striate longitudinali, riunite in una treccia arrotolata e raccolte in una crocchia rotonda.
Tale acconciatura, del tipo Melonenfrisur, accosta il ritratto all’iconografia ufficiale di Crispina, giovane moglie di Commodo, ben testimoniata dalle emissioni monetali. La tipologia, riferita dal Wegner al momento del conferimento del titolo di Augusta, in occasione del suo matrimonio nel 178 d.C., si ritrova in una testa ritratto, conservata al Museo Nazionale Romano e proveniente da Villa Adriana, in una della collezione Torlonia e in una terza al Museo del Louvre, le quali presentano una stretta somiglianza con la scultura Borghese (Wegner 1939, p. 76, tav. 57; inv. 108601: Felletti Maj 1953, p. 123, n. 243; inv. 570: Fittschen 1982, p. 84, n. 3; Wegner 1980, p. 101, tav. 8,2).
Nella Palazzina Borghese il busto è menzionato per la prima volta nel Portico nel 1833 nell’Inventario Fidecommissario Borghese, sistemato, insieme a altri tre, “nell’Ovali laterali alla porta d’ingresso” (C, p. 41, n. 10); collocazione confermata nel 1893 dal Venturi (p. 12). Si ritrova trattato individualmente solo nel 1957 dalla Calza che lo definisce genericamente “Busto ritratto-muliebre” e lo inquadra nella seconda metà del II secolo d.C. (p. 15, n. 152).
Giulia Ciccarello