La testa, di ignota provenienza e su busto moderno, raffigura una giovane donna dal volto ovale e lineamenti delicati, caratterizzata da grandi occhi con iride incisa e pupilla a pelta, inquadrati da ampie arcate sopracciliari. La bocca è piccola, il mento tondeggiante. È soprattutto la capigliatura, con scriminatura centrale e ondulazioni concentriche che coprono le orecchie, raccolte sulla nuca in una piccola crocchia appiattita, a richiamare una delle varianti adottate da Plautilla, moglie dell’imperatore Caracalla, permettendo l’inquadramento di questo ritratto privato nel primo decennio del III sec. d.C.
Collezione Borghese, citata nell’Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 46, n. 79 (sala II). Acquisto dello Stato, 1902.
Descritta come busto di Sabina, moglie di Adriano da Antonio Nibby, che nella Guida alla Galleria ne registra l’ubicazione in sala II, in una delle sette nicchie poste in alto nelle pareti, fu successivamente spostata nella attuale collocazione prima del 1893.
La testa, di ignota provenienza, è inserita su un busto moderno e raffigura una giovane donna dal volto ovale e lineamenti delicati, caratterizzata da grandi occhi leggermente incavati rispetto al taglio della fronte, con iride incisa e pupilla a pelta, inquadrati da ampie arcate sopracciliari. La bocca è piccola, il mento tondeggiante. La capigliatura, con scriminatura centrale, presenta ondulazioni concentriche trattate a leggero graffito che coprono le orecchie e diventano gradatamente più strette, raccolte sulla nuca in una piccola crocchia appiattita. All’attacco dei capelli, sulla fronte e sul collo, piccole ciocche arricciate sfuggono alle bande raccolte, conferendo grande naturalismo. La sofisticata acconciatura richiama una delle varianti adottate nella ritrattistica monetale e a tutto tondo da Plautilla, moglie dell’imperatore Caracalla dal 202 al 205, anno del suo esilio nelle isole Lipari, tragicamente morta nel 211 d.C. Nello specifico, il ritratto di matrona in esame, di eccellente qualità, trova stringenti confronti con la capigliatura sfoggiata nel ritratto Vaticano Busti 300 identificato come Plautilla da J. Meischner e unanimemente ritenuto dalla critica successiva una delle poche immagini sicure, nonché rarissimo caso di ritratto non colpito da damnatio memoriae (Wiggers-Wegner 1971, p. 118 ss; p. 128, tav. 29, c-d; Fittschen 1978, p. 146; Coraggio 2009, pp. 113-114, n. 88; Riccomini 2014, pp. 132-133). Secondo la classificazione proposta dal Saletti dovrebbe corrispondere al terzo tipo monetale, emesso tra il 202 e il 205, quando Plautilla era già Augusta: l’acconciatura adottata all’epoca prevedeva ciocche attorcigliate che scendono obliquamente sulla nuca, raccolte in una stuoia di trecce larga e piatta (Scheitelzopf) (Saletti 1967, pp. 32-33). Come nella testa Vaticana, anche nell’esemplare in esame sottili ciocche sfuggono all’acconciatura sulla nuca e sulla fronte.
Il ritratto Borghese, pur non effigiando l’Augusta, si distingue per l’eccellente esecuzione e può essere inquadrato nel primo decennio del III sec. d.C.
Jessica Clementi