Di ignota provenienza, il ritratto raffigura una matrona con occhi grandi di forma regolare, bassa fronte, parzialmente coperta dai capelli, piccole labbra serrate e carnose. I capelli sono divisi in due bande da una scriminatura centrale che parte dalla fronte e continua su tutta la testa. Le ciocche ondulate fino alle tempie si arricciano in file parallele che degradano dalle tempie alle orecchie; dalla parte alta della nuca si dipartono due trecce, legate posteriormente in uno stretto chignon. L’acconciatura, tipica dell’età di Caligola, richiama in particolare quella della madre dell’imperatore, Agrippina Maggiore, suggerendo una datazione agli anni 40 del I secolo.
Collezione Borghese, citato nell’Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 53, n. 180 (sala VIII). Acquisto dello Stato, 1902.
Di ignota provenienza, la testa femminile è inserita con parte del collo originale in un busto moderno.
Il volto, rivolto verso la sua destra, presenta un ovale ben levigato caratterizzato da occhi grandi e di forma regolare, con palpebre spesse; la bassa fronte è parzialmente coperta dai capelli; il naso – oggetto di restauro – è dritto e ai lati sono appena visibili rughe di espressione. Le piccole labbra serrate sono dritte e carnose. L’acconciatura è elaborata: i capelli sono divisi in due bande da una scriminatura centrale che parte dalla fronte e continua su tutta la testa. Le ciocche ondulate fino alle tempie si arricciano in file parallele che degradano dalle tempie alle orecchie; dalla parte alta della nuca si dipartono due trecce, legate posteriormente in uno stretto e rigido chignon, frutto del restauro ottocentesco. L’acconciatura è tipica dell’età di Caligola e richiama in particolare quella della madre dell’imperatore, Vipsania Agrippina Maggiore, figlia di Marco Vipsanio Agrippa e di Giulia e moglie di Germanico dal 5 d.C., così come nota in una serie di ritratti elaborati per la prima volta agli inizi del regno di Caligola. Inconfondibile, infatti, è l’elaborata pettinatura dell’Augusta, documentata dalle monete coniate in suo onore dal figlio Caligola, con i capelli ondulati discriminati al centro della fronte e arricchiti sulle tempie con una serie di riccioli inanellati forati dal trapano disposti in tre file sovrapposte. Aggiungendo una nota decorativa e coloristica, questi coprono gli orecchi, mentre lunghe ciocche ondulate scendono ai lati del collo fin sulle spalle (Buccino 2011, pp. 368-369).
Rispetto al migliore ritratto di Agrippina Maggiore, quello di età caligolea conservato ai Musei Capitolini (inv. C12, cfr. Boschung 2002, pp. 212-213 con lista delle repliche; Parigi 2019), la testa Borghese presenta un minor numero di riccioli sulla fronte e le ciocche ai lati del collo, in parte oggetto di restauro, sono semplificate e ridotte in lunghezza.
All’Augusta, di cui molti ritratti furono realizzati dopo il 37 d.C. negli anni di potere di Caligola e di Claudio nel tentativo di riabilitarne la figura, caduta in disgrazia con Tiberio, che ne impose l’esilio a Ventotene (Tansini 1995; Alexandridis 2004, pp. 66-67), sceglie di avvicinarsi l’anonima matrona qui raffigurata nel ritratto Borghese, che diventa così vera e propria dichiarazione aderenza alle virtù dell’energica e appassionata principessa che cercò in ogni modo di assicurare il potere alla sua discendenza, quale unica depositaria del sangue del princeps.
Jessica Clementi