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Ritratto di uomo

Arte romana


La testa, proveniente dagli scavi a Vigna Lucidi (1820) è pertinente a una figura maschile adulta e presenta una corta capigliatura costituita da ciocche arricciate e appiattite senza volume; la fronte alta e spaziosa è percorsa orizzontalmente da tre rughe ondulate; le arcate sopraccigliari sono basse e poco sporgenti, con una sottile peluria delle sopracciglia. Nei grandi occhi, incavati nelle orbite, lo sguardo è rivolto verso l'alto e la pupilla mostra una incisione a pelta; una morbida e folta barba ricopre il volto e il sottogola. Il ritratto privato può essere attributo, sulla base di alcuni dettagli stilistici quali il trattamento dei capelli e la resa coloristica della barba, il distacco dello sguardo, l’espressione controllata ma severa e malinconica a un periodo compreso fra l’impero di Severo Alessandro (222-235 d.C.) e la fase iniziale di quello di Gallieno (253-268 d.C.).


Scheda tecnica

Inventario
LXXVIb
Posizione
Datazione
230-250 d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo di Luni
Misure
altezza con busto cm 46; testa cm 27
Provenienza

Dagli scavi condotti a Vigna Lucidi, nelle tenute Borghese, 1820; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 44, n. 50. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1820, Felice Festa
  • 1996/97, Consorzio Capitolino

Scheda

Rinvenuta insieme ad altri marmi negli scavi condotti nel 1820 da Cesare Lucidi nella vigna di proprietà Borghese lungo la strada che dalla Labicana immette nel teatro di Tuscolo, la scultura venne poi affidata per il restauro a Felice Festa nel settembre 1820, poi esposta insieme ad altri busti provenienti dal medesimo contesto nelle nicchie in alto sulla parete in sala I.

La testa, pertinente a una figura maschile adulta, si presenta scartata lievemente a destra rispetto a quello che doveva essere l’asse del busto o della statua, oggi sostituita da un busto moderno. La corta capigliatura è costituita da ciocche arricciate e appiattite senza volume, mentre sulle tempie i capelli scendono con andamento sinuoso dietro l’orecchio. La fronte, alta e spaziosa, è percorsa orizzontalmente da tre rughe ondulate, incise profondamente nella superficie, a suggerirne la contrazione. Le arcate sopraccigliari sono basse e poco sporgenti, con una sottile peluria delle sopracciglia. I grandi occhi, impostati orizzontalmente, sono incavati nelle orbite; lo sguardo è rivolto verso l'alto e la pupilla mostra una incisione a pelta. Ulteriori rughe agli angoli degli occhi sommate alla resa delle palpebre appesantite e al leggero infossamento dei bulbi oculari indicano l'età matura del personaggio. Una morbida e folta barba ricopre il volto e il sottogola.

Il ritratto può essere attributo, sulla base di alcuni dettagli stilistici quali il trattamento dei capelli e la resa coloristica della barba, il distacco dello sguardo, l’espressione controllata ma severa e malinconica a un periodo compreso fra l’impero di Severo Alessandro (222-235 d.C.) e la fase iniziale di quello di Gallieno (253-268 d.C.), quando si riconosce un periodo di “rinascenza”, di reazione classicistica all’espressionismo precedente, e in cui il modello ideale cui riallacciarsi è individuato nell’età antonina.

Anche nel ritratto Borghese è palese come le forme del volto comincino a configurare una costruzione geometrica dei volumi, secondo una tendenza osservata in alcuni ritratti di Caracalla e in seguito accentuatasi nelle immagini di Massimino il Trace. Il marcato realismo, che si accompagna a una stilizzazione dei caratteri somatici e a una iniziale disgregazione delle forme anticipa alcuni dettagli espressivi che nel terzo quarto del III sec. d.C. diverranno propri dei ritratti dei cd. imperatori soldati.

Jessica Clementi




Bibliografia
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 10.
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 913.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), p. 12.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 21.
  • G. Giusti, La Galerie Borghèse et la Ville Humbert Premier à Rome, Roma 1904, p. 20.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1954, p. 8.
  • R. Calza, Catalogo del Gabinetto fotografico Nazionale, Galleria Borghese, Collezione degli oggetti antichi, Roma 1957, p. 15, n. 162.
  • P. Moreno, Museo e Galleria Borghese, La collezione archeologica, Roma 1980, p. 11.
  • P. Moreno, S. Staccioli, Le collezioni della Galleria Borghese, Milano 1981, p. 102.
  • P. Moreno, C. Sforzini, I ministri del principe Camillo: cronaca della collezione Borghese di antichità dal 1807 al 1832, in “Scienze dell’Antichità”, 1, 1987, pp. 339-371, in part. pp. 348.
  • P. Moreno, L’antico nella stanza, in C. Strinati (a cura di), Venere Vincitrice. La Sala di Paolina Bonaparte alla Galleria Borghese, Roma 1997, p. 92.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, p. 146, n. 112.
  • Scheda di catalogo 12/99000435, G. Ciccarello 2021