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Ritratto di Vespasiano su busto moderno

Arte romana


Il ritratto, inserito in un busto moderno, rappresenta Vespasiano, primo imperatore della dinastia flavia, che regnò dal 69 al 79 d.C. La testa, dalla struttura squadrata e massiccia, presenta i caratteri fisiognomici tipici: tre profonde rughe, occhi piccoli, infossati nelle cavità orbitali, impianto largo delle narici, bocca serrata con sottili labbra, mento prominente, guance pingui. È tuttavia la calvizie, estesa su gran parte della calotta, ad eccezione delle aree temporale e occipitale, coperte da corte ciocche arricciate, l’elemento più connotativo del rude ritratto dell’imperatore-soldato, salito al potere all’età di sessant’anni, permettendo così di collocare la scultura Borghese nella serie principale di ritratti, caratterizzata da una adesione alla tendenza veristica e oggettiva della raffigurazione.


Scheda tecnica

Inventario
XXXVIII
Posizione
Datazione
ca. 70 d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo di Luni
Misure
altezza con busto cm 62; testa cm 25
Provenienza

Collezione Borghese, citato per la prima volta nel 1832 da Nibby (p. 40, salone); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 42, n. 20. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1996/97 - Liana Persichelli

Scheda

La testa, raffigurante un uomo in età avanzata, è inserita in un busto moderno rivestito di corazza.

Il volto, dalla struttura massiccia e squadrata, è solcato da tre profonde rughe. Gli occhi piccoli, infossati nelle cavità orbitali, hanno palpebre sottili e sono contornati da una rete di rughe, tipiche dei ritratti dell’imperatore Vespasiano, salito al trono nel luglio 69 d.C. ormai sessantenne. Le guance piene e pingui, l’impianto largo delle narici dai cui lati si dipartono due netti solchi labio-nasali, le labbra sottili, serrate, il mento tondeggiante e sporgente completano le peculiarità fisonomiche tramandate dalle fonti antiche (Suet., Vesp. 20; Dion Cass., LXVI, 17). È tuttavia la calvizie, estesa su gran parte della calotta, a eccezione delle aree temporale e occipitale, coperte da corte ciocche arricciate, l’elemento più connotativo dell’iconografia del primo imperatore della gens Flavia. Il ciuffo appiattito sulla sommità che sottolinea una protuberanza deformante sul cranio e il rendimento insistito delle rughe frontali inseriscono a pieno titolo il ritratto Borghese nella serie principale, attestata da circa 40 ritratti a tutto tondo e caratterizzata da una adesione alla tendenza veristica e oggettiva della raffigurazione, senza celare i lineamenti rudi dell’anziano soldato. Per l’ottimo stato di conservazione e la straordinaria espressività, il miglior esemplare è riconosciuto nel ritratto a Copenaghen (Ny Carlsberg Glyptotek, inv. 659a; Wegner 1966, pp. 10, 13, 15ss; Rosso 2009, p. 403, n. 1) connotato da un crudo realismo, attenuato in altre repliche del tipo, come nel ritratto della Collezione Torlonia (inv. MT 536, Scarpati 2020, p. 153, n. 10).

A tale, più nutrita, serie si contrappongono i ritratti in cui i segni dell’età sono meno intensi, l’effetto di calvizie è smorzato, le sopracciglia e la capigliatura sono più folte, nobilitando i tratti somatici caratteristici (si vd. replica da Ostia, Scarpati 2013, p. 166, n. 107; da Lucus Feroniae, P. Aureli, G. Colugnati 2011, p. 266, n. 4.13; dal British Museum, inv. 1890). La partizione proposta da F. Poulsen nel 1914 fra ritratti realistici e idealizzati è stata ripresa ed elaborata dagli studiosi successivi, come R. Bianchi Bandinelli, che ne teorizzò la divisione rispettivamente in ritratto privato realistico di tradizione tardorepubblicana e ritratto pubblico idealizzato di tradizione giulio-claudia. Nel dibattito secolare sulla seriazione cronologica e tipologica delle due effigi di Vespasiano si evidenzia una recente proposta: i ritratti “nobilitanti” precedono l’arrivo del sovrano a Roma, elaborati in oriente all’indomani dell’acclamazione dalle legioni e poi sostituiti dalla versione principale, l’Haupttypus, chiara allusione alle virtù dei trionfatori tardo-repubblicani. Non potendo, infatti, vantare una prestigiosa ascendenza, Vespasiano scelse criteri di rappresentazione rispondenti alla personalità dell’uomo di azione, energico e risoluto, ponendosi in netta antitesi con la precedente tradizione ritrattistica augustea e giulio-claudia (Zanker 2009).

In base alle caratteristiche esecutive e stilistiche il ritratto Borghese, secondo Nibby uno dei migliori, può essere datato intorno al 70 d.C., all’indomani dell’adventus dell’imperatore a Roma.

Jessica Clementi




Bibliografia
  • A. Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, Roma 1832, p. 40.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 8, n. 6.
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 912, n. 6.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), p. 10, n. 6.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 14.
  • G. Giusti, La Galerie Borghèse et la Ville Humbert Premier à Rome, Roma 1904, p. 16.
  • F. Poulsen, Römischen Porträts in der Ny Carsberg Glyptotek zu Copenhagen, Kopf des Vespasian, in “Mitteilungen des Deutschen Archaeologischen Instituts Rom”, XXIX, 1914, pp. 44-49.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1954, p. 6.
  • R. Calza, Catalogo del Gabinetto fotografico Nazionale, Galleria Borghese, Collezione degli oggetti antichi, Roma 1957, p. 14, n. 132.
  • M. Wegner, Die Flavier. Römische Herrscherbild II, 1, Berlin 1966, p. 82.
  • P. Moreno, Museo e Galleria Borghese, La collezione archeologica, Roma 1980, p. 10, fig. 6.
  • M. Bergmann, P. Zanker, Damnatio maemoriae. Umgearbeitete Nero- und Domitiansporträts. Zur Ikonographie der flavischen Kaiser und des Nerva, in “Jahrbuch des Deutschen Archäologischen Instituts”, 96, 1981, pp. 317-412.
  • P. Moreno, S. Staccioli, Le collezioni della Galleria Borghese, Milano 1981, p. 101.
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 48, n. 7.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, p. 114, n. 77.
  • E. Rosso, Ritratto di Vespasiano, in Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi, Catalogo della mostra, Roma, 27 marzo 2009-10 gennaio 2010, a cura di F. Coarelli, Milano 2009, p. 403, n.1
  • P. Zanker, Da Vespasiano a Domiziano. Immagine di sovrani e moda, in Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi, Catalogo della mostra, Roma, 27 marzo 2009-10 gennaio 2010, a cura di F. Coarelli, Milano 2009, pp. 62-67.
  • P. Aureli, G. Colugnati, Ritratto di Vespasiano, in Ritratti. Le tante facce del potere, a cura di E. La Rocca, C. Parisi Presicce, Catalogo mostra Roma 2011, p. 266, n. 4.13.
  • G. Scarpati, Ritratto di Vespasiano, in Palazzo Massimo alle terme. Le collezioni, a cura di C. Gasparri, R. Paris, Milano 2013, p. 166, n. 107.
  • G. Scarpati, Ritratto di Vespasiano su busto antico non pertinente, in I marmi Torlonia. Collezionare capolavori, a cura di Settis, C. Gasparri, Catalogo della mostra a Roma, Musei Capitolini Villa Caffarelli, Roma 2020, p. 153, n. 10.
  • Scheda di catalogo 12/99000421 G. Ciccarello 2021.