Il ritratto, inserito in un busto moderno, rappresenta Vespasiano, primo imperatore della dinastia flavia, che regnò dal 69 al 79 d.C. La testa, dalla struttura squadrata e massiccia, presenta i caratteri fisiognomici tipici: tre profonde rughe, occhi piccoli, infossati nelle cavità orbitali, impianto largo delle narici, bocca serrata con sottili labbra, mento prominente, guance pingui. È tuttavia la calvizie, estesa su gran parte della calotta, ad eccezione delle aree temporale e occipitale, coperte da corte ciocche arricciate, l’elemento più connotativo del rude ritratto dell’imperatore-soldato, salito al potere all’età di sessant’anni, permettendo così di collocare la scultura Borghese nella serie principale di ritratti, caratterizzata da una adesione alla tendenza veristica e oggettiva della raffigurazione.
Collezione Borghese, citato per la prima volta nel 1832 da Nibby (p. 40, salone); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 42, n. 20. Acquisto dello Stato, 1902.
La testa, raffigurante un uomo in età avanzata, è inserita in un busto moderno rivestito di corazza.
Il volto, dalla struttura massiccia e squadrata, è solcato da tre profonde rughe. Gli occhi piccoli, infossati nelle cavità orbitali, hanno palpebre sottili e sono contornati da una rete di rughe, tipiche dei ritratti dell’imperatore Vespasiano, salito al trono nel luglio 69 d.C. ormai sessantenne. Le guance piene e pingui, l’impianto largo delle narici dai cui lati si dipartono due netti solchi labio-nasali, le labbra sottili, serrate, il mento tondeggiante e sporgente completano le peculiarità fisonomiche tramandate dalle fonti antiche (Suet., Vesp. 20; Dion Cass., LXVI, 17). È tuttavia la calvizie, estesa su gran parte della calotta, a eccezione delle aree temporale e occipitale, coperte da corte ciocche arricciate, l’elemento più connotativo dell’iconografia del primo imperatore della gens Flavia. Il ciuffo appiattito sulla sommità che sottolinea una protuberanza deformante sul cranio e il rendimento insistito delle rughe frontali inseriscono a pieno titolo il ritratto Borghese nella serie principale, attestata da circa 40 ritratti a tutto tondo e caratterizzata da una adesione alla tendenza veristica e oggettiva della raffigurazione, senza celare i lineamenti rudi dell’anziano soldato. Per l’ottimo stato di conservazione e la straordinaria espressività, il miglior esemplare è riconosciuto nel ritratto a Copenaghen (Ny Carlsberg Glyptotek, inv. 659a; Wegner 1966, pp. 10, 13, 15ss; Rosso 2009, p. 403, n. 1) connotato da un crudo realismo, attenuato in altre repliche del tipo, come nel ritratto della Collezione Torlonia (inv. MT 536, Scarpati 2020, p. 153, n. 10).
A tale, più nutrita, serie si contrappongono i ritratti in cui i segni dell’età sono meno intensi, l’effetto di calvizie è smorzato, le sopracciglia e la capigliatura sono più folte, nobilitando i tratti somatici caratteristici (si vd. replica da Ostia, Scarpati 2013, p. 166, n. 107; da Lucus Feroniae, P. Aureli, G. Colugnati 2011, p. 266, n. 4.13; dal British Museum, inv. 1890). La partizione proposta da F. Poulsen nel 1914 fra ritratti realistici e idealizzati è stata ripresa ed elaborata dagli studiosi successivi, come R. Bianchi Bandinelli, che ne teorizzò la divisione rispettivamente in ritratto privato realistico di tradizione tardorepubblicana e ritratto pubblico idealizzato di tradizione giulio-claudia. Nel dibattito secolare sulla seriazione cronologica e tipologica delle due effigi di Vespasiano si evidenzia una recente proposta: i ritratti “nobilitanti” precedono l’arrivo del sovrano a Roma, elaborati in oriente all’indomani dell’acclamazione dalle legioni e poi sostituiti dalla versione principale, l’Haupttypus, chiara allusione alle virtù dei trionfatori tardo-repubblicani. Non potendo, infatti, vantare una prestigiosa ascendenza, Vespasiano scelse criteri di rappresentazione rispondenti alla personalità dell’uomo di azione, energico e risoluto, ponendosi in netta antitesi con la precedente tradizione ritrattistica augustea e giulio-claudia (Zanker 2009).
In base alle caratteristiche esecutive e stilistiche il ritratto Borghese, secondo Nibby uno dei migliori, può essere datato intorno al 70 d.C., all’indomani dell’adventus dell’imperatore a Roma.
Jessica Clementi