Il ritratto femminile, posto su un busto moderno, presenta tratti morbidi ed eleganti con una pettinatura composta da due bande che si dispongono simmetriche ai lati della scriminatura centrale. Le ciocche, ondulate, sono trattenute in una crocchia posteriore e scendono dolcemente sulle spalle. Tale acconciatura richiama il modello iconografico delle prime raffigurazioni di Antonia Minore, figlia di Marco Antonio e Ottavia, sorella dell’imperatore Augusto, inquadrabili nei primi decenni del I secolo d.C.
Nella Palazzina Borghese il busto è ricordato, nel 1828, insieme altri 15 posti sopra a delle mensole.
Collezione Borghese, ricordato nel 1828 nel portico della Palazzina con altri busti e individualmente nel 1957 (Archivio Apostolico Vaticano, Arch. Borghese 348, Galleria e Museo. Titoli diversi, fasc. 33, 1828, c. 6r; Calza p. 13, n. 115). Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 41, n. 9. Acquisto dello Stato, 1902.
La scultura è probabilmente da identificare con uno dei busti presenti nel portico nella Palazzina Borghese nel 1828: “Nel Portico del sudetto Casino […] N. 16 Busti sopra altrettante mensole” (Archivio Apostolico Vaticano, Arch. Borghese 348, Galleria e Museo. Titoli diversi, fasc. 33, 1828, c. 6r). Nel 1893 il Venturi ne ricorda un numero inferiore: “14 busti lungo pareti sopra mensole” (p. 12). La prima a menzionare il ritratto singolarmente è la Calza, nel 1957, che la ritiene “ritratto muliebre con acconciatura del tipo Antonia” (p. 13, n. 115). Il Moreno condivide tale identificazione datandola al 30 d.C. L’autore specifica, inoltre, di restauro l’orecchio destro privo della foratura e il naso e avanza l’ipotesi che la reticella che decora l’elaborata pettinatura potesse essere dipinta in oro, particolare oggi non verificabile per la collocazione del busto, posto sopra un’alta mensola (Moreno, Viacava 2003, pp. 82-83, n. 35).
Il ritratto è posto su un busto moderno vestito di un panneggio dalle pieghe regolari e piuttosto rigide che formano sul petto uno scollo a V. Le maniche sono fermate sulle spalle da una serie di quattro bottoncini circolari. Il capo, rivolto verso destra, conserva ancora il lungo collo. Il volto, ovale, presenta forme piene e morbide. Le arcate sopraccigliari sono appena rilevate e sovrastano grandi occhi dalle palpebre ben marcate e con iride liscia. Il naso, lineare e dritto, mostra l’evidente intervento di restauro e, al di sotto, la bocca, dalle piccole labbra carnose, è serrata. Il capo è coronato da un’elegante pettinatura caratterizzata da discriminatura centrale, file regolari di ciocche ondulate disposte ai lati del volto, che nascondono la parte iniziale degli orecchi e proseguono attorte sino alla crocchia bassa sulla nuca per poi scendere libere sulle spalle.
L’acconciatura, semplice e ordinata, riprende quella ideale delle divinità di epoca classica e accosta il ritratto all’iconografia ufficiale di Antonia Minore. In particolare, il ritratto Borghese sembra potersi inserire nella seconda tipologia individuata dalla Polaschek, lo “Schlichter Typus”, priva della fascetta decorativa e dei riccioletti sulla tempia, ascrivibile all’età giovanile dell’Augusta, intorno al 30 d.C. (1973 pp. 16-34). Il Boschung, di diverso avviso, propone una classificazione tipologica fondata sull’esistenza di un unico tipo ritrattistico, elaborato in età augustea e successivamente modificato, con lievi varianti, nella capigliatura e negli attributi (1993. p. 52). Un studio della Segenni sottolinea quanto l’iconografia ufficiale dell’imperatrice, figlia di Marco Antonio e Ottavia, sorella dell’imperatore Augusto e sposa di Druso maior, figlio di Livia, celebrasse, nella propaganda imperiale, i valori di stabilità e continuità per tutta la dinastia, con ritratti caratterizzati da un contegno femminile dignitoso, riservato e irreprensibile, ben attestato da un’ampia produzione monetale (Segenni 1995, pp. 297-331).
Nella collezione Borghese, nella sala I, è presente un secondo ritratto dell’imperatrice riferibile a un periodo più tardo (inv. LII), la cui acconciatura si mostra più elaborata con piccoli riccioli sulla fronte. Riguardo al ritratto in esame, presentano affinità una testa ritratto conservata alla Ny Carlsberg Glyptotek proveniente da Tralles, una seconda al Museo Chiaramonti e, infine, una conservata nel Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini, caratterizzate da un’ondulazione delle ciocche ai lati del viso moderata (Fittschen 1977, p. 60, nota 2; Calza 1964, p. 39, n. 47, tav. 28; Baldassarri 2010, pp. 246-247, n.9).
Giulia Ciccarello