Il frammento di lastra è pertinente a un sarcofago di cui si conservano altre porzioni (Sala VIII, inv. CCXXVII; Salone, invv. IIL, XXXV, XXXVII). La scena raffigura due Eroti – un motivo costante dell’arte ellenistica, ma presente spesso anche nell’arte romana – dai corpi infantili e paffuti intenti a reggere una ghirlanda di fiori, foglie e frutti. Nella lunetta della ghirlanda compare una Tritonessa, divinità marina minore che accompagna il corteggio di Poseidone, diretta a sinistra con in mano due schinieri. Il soggetto figurativo è quello narrato da Omero nell’Iliade, la consegna delle armi ad Achille da parte della madre, Teti, e delle sorelle marine di questa, le Nereidi, che grande successo e fortuna ebbe in particolare sulla ceramica greca e magnogreca. Il tipo appartiene a una serie dei sarcofagi decorati con ghirlande prodotti fra I e IV sec. d.C., che godette di particolare apprezzamento in età adrianea e antonina; il corteggio marino – allusione alla condizione idillica ultraterrena – impiegato per ornare la lunetta è fra i temi più diffusi nella scultura funeraria romana.
Collezione Borghese (ante 1671?); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 53, n. 179. Acquisto dello Stato, 1902.
Il frammento di lastra, inserita in una cornice moderna, comprende due Eroti dai corpi infantili e paffuti e volti morbidi incorniciati da riccioli ondulati intenti a reggere una ghirlanda di foglie, frutti, bacche e nastri, entro la quale compare una Tritonessa, rivolta a sinistra, con corpo desinente in due code di pesce, seminuda, che con la destra regge un lembo del mantello fermato al collo e aperto sul corpo, mentre nella sinistra sostiene due schinieri. La scena raffigurata è pertinente alla porzione destra della fronte di un sarcofago, completata a al centro e a sinistra dalle lastre – inserite in basi moderne – esposte in Salone, IIL, Sala VIII, CCXXVII (speculare a questa), mentre i lati brevi sono collocati in Salone (XXXV; XXXVII).
È probabile che il frammento in esame sia fra quelli trasferiti nel 1671 insieme a statue e bassorilievi da Villa Pinciana a Palazzo Borghese in Campo Marzio al fine di decorare il giardino e, successivamente, ricollocato presso la Villa Pinciana, prima che nel 1828 Giuseppe Gozzani, Ministro di Casa Borghese incaricato dell’allestimento della nuova collezione di famiglia, ne affidasse il restauro ad Antonio D’Este.
Il tipo appartiene a una lunga serie dei sarcofagi decorati con ghirlande, che si distinguono per la presenza del motivo a festoni a rilievo prodotti intensivamente a Roma a partire tarda età traianea-prima età adrianea (da ultimo Herdejürgen 1996). Il tema del thiasos marino posto a ornamento della lunetta è fra i maggiormente diffusi nella scultura funeraria romana e può essere interpretato come rimando alla condizione idillica ultraterrena (Parodo 2018). In questo caso specifico, il tema è quello narrato da Omero nell’Iliade, la consegna delle armi appena forgiate da Efesto ad Achille da parte della madre Teti e delle sorelle di questa, le Nereidi (Iliade, XVIII, vv.615-616; XIX, vv. 1-13), offerta che determinerà il nefasto destino dell’eroe (Odissea, XXIV).
Il tema della consegna delle armi riscosse grande successo e fortuna, in particolare sulla ceramica attica e, successivamente, italiota (Barringer 1995, 17 ss., 141 ss.; Icard-Gianolio, Szabados 1992, pp. 812-814). In seguito, nella produzione vascolare protoellenistica e, specialmente, nella ceramica apula di fine IV sec. a.C. il motivo trova la massima diffusione, divenendo uno dei soggetti iconografici più divulgati (vd. Roscino 2015, pp. 56-57). Un importante contributo alla diffusione del motivo nell’arte ellenistica e romana fu il gruppo “con Nettuno, Teti, Achille, le Nereidi sedute su delfini, cetacei o ippocampi, poi i Tritoni e il corteggio di Forco, pistrici e molti altri esseri marini” attribuito a Skopas (forse Skopas minore) che Plinio (Naturalis Historia 36, 4, 26) ricorda nell’area del Tempio di Nettuno, a Roma.
Dettagli tecnici e stilistici permettono di datare il sarcofago Borghese all’età adrianea o prima età antonina.
Jessica Clementi