La scultura rappresenta un fanciullo, stante sulla destra, con la mano sinistra appoggiata su una brocca e il braccio destro flesso, intento a sollevare una coppa. I consistenti interventi integrativi hanno restituito una ponderazione affine a quella della statua antica, sebbene arbitrarie siano la posizione degli arti superiori e la connotazione satiresca della testa moderna. Piccole statue di Fauni, Satirelli, esseri mitici strettamente connessi con il mondo naturale, sono elementi particolarmente diffusi nei giardini e nei peristili delle case romane, spesso adibiti a decorazione di fontane. Per l’esemplare Borghese, tuttavia, non è possibile escludere una originaria funzione funeraria.
La statua può forse corrispondere al “Fauno piccolo ritrovato nei sotterranei” selezionato da Evasio Gozzani nel 1826 per il restauro ai fini dell’allestimento della nuova collezione di Antichità nel Casino Borghese.
Collezione Borghese (documentata per la prima volta nel 1826, Moreno, Sforzini 1987, p. 352); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, n. 84. Acquisto dello Stato, 1902.
La statua può forse essere riconosciuta nell’elenco delle sculture considerate degne di essere recuperate al fine dell’allestimento della nuova collezione di Antichità, redatto da Evasio Gozzani nel 1826. In particolare, potrebbe trattarsi del “Fauno piccolo ritrovato nei sotterranei” poi affidato agli scultori Massimiliano Laboureur e Antonio D’Este per il restauro (Moreno, Sforzini 1987, p. 352).
La scultura rappresenta un fanciullo, stante sulla destra, con la gamba sinistra retratta e appoggiata a terra con la sola punta del piede. Mentre il braccio sinistro adagiato lungo il fianco, con una brocca in mano, sembra appartenere a un primo rifacimento della statua che ne riproduce la posizione antica, del tutto arbitraria è la resa dell’arto destro flesso con coppa. In generale, la ponderazione risultante da una serie di interventi integrativi sembra affine a quella della statua antica, mentre la testa moderna riproduce un volto paffuto in cui il taglio degli occhi, la bocca semiaperta e le orecchie appuntite, unitamente alla capigliatura con grosse ciocche trattenute da una tenia, tradiscono una natura ferina. Mancano tuttavia elementi che permettano di estendere anche all’originaria statua tale connotazione satiresca. Se da un lato sono particolarmente inusuali statue iconiche di fanciulli con sembianze di Satiro (si veda il ritratto nella collezione Farnese, MANN inv. 6337, Coraggio 2009, p. 72, n. 46), molteplici sono le attestazioni di sculture di membri del corteggio Dionisiaco o dello stesso Dioniso fanciullo vagamente ricollegabili a prototipi statuari prassitelici del IV sec. a.C. Piccole statue di Fauni, Satirelli, quali esseri mitici strettamente connessi con il mondo naturale, sono elementi particolarmente diffusi nei giardini e nei peristili delle domus romane, spesso adibiti a decorazione di fontane.
Per l’esemplare Borghese, tuttavia, non è possibile escludere una originaria funzione funeraria, al pari della scultura VIIIC conservata nella stessa sala; anche in questo caso, il fine modellato suggerisce una datazione al I sec. d.C.
Jessica Clementi