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Statua di togato, torso

Arte romana


La scultura è ricordata nella sua attuale collocazione, il Portico, dal 1833. Il torso virile veste una tunica manicata e al di sopra una toga che si dispone in maniera elegante sul petto in un corposo balteus dal quale fuoriesce il groppo di pieghe dell’umbo. La figura è mancante della testa e delle braccia, delle quali la destra doveva essere disposta lungo il corpo e la sinistra piegata in avanti.

Il disegno della toga, realizzato con grande senso plastico dei volumi, riporta a modelli in voga nel I secolo d.C.; datazione confermata anche da alcuni confronti tra i quali la statua di togato con testa di Menandro, non pertinente, conservata nel Salone della Galleria Borghese (inv. IVL).


Scheda tecnica

Inventario
XI
Posizione
Datazione
I secolo d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo di Luni
Misure
altezza 67
Provenienza

Collezione Borghese, è citata per la prima volta nella Palazzina Borghese, nel Portico, dall’Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C., p. 41, n. 7. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • XIX secolo - Operazioni preliminari agli interventi di integrazione, che non risultano esser stati successivamente eseguiti, nell’attacco delle braccia e nell’incasso del collo: regolarizzazione dei giunti e fori per perni.
  • 2008-2009 - Consorzio Capitolino di Elisabetta Zatti ed Elisabetta Caracciolo
  • 2022 - Nobili - Fabrica - Antonelli (imprese associate)

Scheda

Il torso ritrae una figura virile con indosso una tunica manicata cui si sovrappone la toga. Sul petto la toga presenta un marcato panneggio, con pieghe profonde che scendono, dalla spalla destra, in maniera leggermente obliqua fino al balteus, e che si ordinano al centro in una sorta di motivo a "V", ripreso anche nell'andamento del profondo umbo, uno sbuffo di stoffa adagiato sull’addome. Il busto è mancante della testa e delle braccia. La sinistra, della quale si conserva parte del gomito, doveva in origine essere flessa in avanti; la destra invece distesa lungo il corpo. Nell’Inventario Fidecommissario Borghese del 1833 il busto è ricordato nel Portico: “sei Torsi di vari Caratteri, di cui due parludati” (p. 41, n. 7). Tale collocazione è confermata nel 1841 dal Nibby (p. 909, n. 8). Il Moreno lo suppone proveniente dagli scavi condotti a Mentana nel 1832-1833 e riporta: “un pezzo di panneggio di una statua di tre palmi di altezza” (2003, p. 89, n. 44).

La scultura può essere inquadrata nell’ambito della produzione di epoca giulio-claudia, in base all’evidente ricchezza della toga trattata con fare naturalistico e insieme molto accurato e le profonde pieghe che caratterizzano il balteus. Tale datazione viene ulteriormente ribadita tramite il confronto con una statua presente nel Salone della Galleria, sulla quale è posta una testa di Menandro non pertinente (inv. IVL) e con altre due conservate al Museo Nazionale Romano, che presentano caratteristiche analoghe (Nista 1981, pp. 236-237; de Lachenal 1986, pp. 169-170).

Giulia Ciccarello




Bibliografia
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 5, n. 8.
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 909, n. 8.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano del Palazzo della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), I, p. 5, n. 6.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 10.
  • G. Giusti, The Borghese Gallery and the Villa Umberto I in Rome, Città di Castello 1919, p. 25.
  • L. Nista, Statua acefala togata, in “Museo Nazionale Romano. Le Sculture”, Roma 1981, pp. 236-237.
  • L. de Lachenal, Statua di togato con testa non pertinente, in “Museo Nazionale Romano. Le Sculture”, Roma 1986, pp. 169-170.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, p. 89, n. 44.
  • Scheda di catalogo 12/01008562, P. Moreno 1979; aggiornamento G. Ciccarello 2020