Realizzata in granitello orientale, questa tazza, poggiante su piede modanato e caratterizzata da linee semplici ed essenziali, è documentata nella Villa Pinciana dal 1796. Dal momento che non sono stati rinvenuti documenti che ne fissino datazione e consentano di identificarne l’autore, sembra possibile ipotizzare che sia stata eseguita nell’ambito dei lavori di ridecorazione dell’edificio promossi da Marcantonio IV e coordinati dall’architetto Antonio Asprucci a partire dal 1775.
Bassa tazza poggiante su piede modanato composto da un basso plinto quadrangolare, un echino rovescio, un listello e una scozia. L’orlo, estroflesso e terminante a listello, è percorso all’interno da una scanalatura.
Documentata nel 1796 nella sala I della Villa Pinciana su un tavolo di pietre dure, dove aveva come pendant una tazza a forma di patera in breccia corallina (inv. CCX; Lamberti, Visconti, I, p. 34), l’opera dal 1893 risulta esposta nella sala Egizia (Venturi, p. 44).
L’esecuzione è da collocarsi con tutta probabilità nell’ambito dei lavori di rinnovamento della Villa Pinciana condotti da Antonio Asprucci su incarico di Marcantonio IV Borghese nell’ultimo quarto del XVIII secolo. Artefice ne deve essere stato uno dei numerosi scultori e intagliatori specializzati nella lavorazione di marmi pregiati che in quell’arco cronologico lavorarono nel cantiere pinciano.
Sonja Felici