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Testa di vecchio

Maniera di Pulzone Scipione

Gaeta 1550 ca. - Roma 1598)

Il dipinto, tradizionalmente attribuito al pittore Scipione Pulzone, è documentato in collezione Borghese a partire dalla fine del Settecento. Ritrae su carta la testa di un vecchio - forse un profeta, un filosofo o un apostolo - eseguita con buona probabilità da un pittore attivo a Roma tra la fine del XVI e i primi anni del XVII secolo.


Scheda tecnica

Inventario
342
Posizione
Datazione
fine XVI - primi anni XVII secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su carta
Misure
cm 36 x 28
Cornice

Salvator Rosa (cm 49 x 38 x 4,5)

Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1790 (Inventario 1790, Stanza X, n. 42; Della Pergola 1959); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 18. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 2003 Andrea Parri (cornice)

Scheda

Questa testa, uno studio di buona qualità raffigurante un vegliardo, è attestata in collezione Borghese a partire dal 1790 (Della Pegola 1959), assegnata dall'estensore dell'inventario a Scipione Pulzone, nome ripetuto sia negli elenchi fedecommissari (1883), sia da Giovanni Piancastelli (1891). Nel 1912, recuperando l'attribuzione a Ludovico Carracci formulata da Adolfo Venturi (1893), Giulio Cantalamessa descrisse questa opera su carta come uno studio per la testa di san Filippo Neri, ipotesi su cui sorvolò Roberto Longhi (1928) che però tenne a confermare la pista carraccesca prospettata dal collega, avvicinando il dipinto al catalogo di Annibale.

In occasione della pubblicazione del catalogo dei dipinti della Galleria Borghese, nel 1959 Paola della Pergola riesumò la vecchia assegnazione al pittore di Gaeta, avvicinando questo studio al volto di San Giuseppe della Sacra Famiglia con i santi Giovannino ed Elisabetta, (Galleria Borghese, inv. n. 313), col quale, a detta della studiosa, questa Testa condividerebbe 'il venezianismo di seconda mano..., le rughe sulla fronte, il lobo squadrato dell'orecchio, e la stessa tipologia dei lineamenti' (Ead.). Tale attribuzione, confermata da Kristina Herrmann Fiore (2006), deve essere sicuramente rivista in favore di un pittore attivo a Roma tra la fine del XVI e primi anni del XVII secolo, sensibile alla maniera bolognese di Annibale e ai modelli figurativi veneziani.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 354;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 167;
  • G. Cantalamessa, Note manoscritte al Catalogo di A. Venturi del 1893, Arch. Gall. Borghese, 1911-1912, n. 342;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 209;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 113, n. 167;
  • A. Donò, Scipione Pulzone da Gaeta (1545 - 1598): il pittore della “Madonna della Divina Provvidenza”, in “Barnabiti studi”, XIII, 1996, pp. 7-13, p. 82, n. 43;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 113.