Il dipinto, attestato in collezione Borghese a partire dal 1693, fu eseguito su una sottile lastra di ardesia il cui colore, naturalmente scuro, partecipa alla costruzione dell'immagine. Raffigura un apostolo, difficilmente identificabile per l'assenza di attributi iconografici, ritratto con la barba e con un manto giallo, colore che spesso si trova associato alle vesti di Pietro. L'uso della lavagna e la resa qualitativamente bassa dell'immagine inducono a ipotizzare il contesto entro cui questa composizione fu eseguita: probabilmente a Roma, entro i primi anni Trenta del XVII secolo.
Cornice sette-ottocentesca (cm 30 x 26 x 4,5)
Roma, collezione Borghese, 1693 (Inventario 1693, Stanza XI, n. 105; Della Pergola 1955); Inventario 1790, Stanza VII, n. 20; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 31. Acquisto dello Stato, 1902.
La provenienza di questo dipinto è ignota. Le sue prime tracce, infatti, risalgono al 1693, anno in cui è documentato in collezione Borghese come 'Anonimo' (Inv. 1693).
Elencato senza alcuna ragione col nome del pittore ticinese Pier Francesco Mola nell'inventario del 1790, tale attribuzione fu debitamente respinta sia da Adolfo Venturi (1893), sia da Roberto Longhi (1928) i quali parlarono più verosimilmente di 'Scuola bolognese'. Come già espresso però da Paola della Pergola (Eid. 1955), che debitamente pubblicò il quadretto come 'Ignoto', non è possibile riscontrare alcun carattere che consenta, neanche sommariamente, di individuare un determinato ambito artistico. È invece assai probabile che il dipinto, eseguito su lavagna, faccia parte di quella produzione del primo trentennio del XVII secolo che, venendo incontro alle richieste di numerosi fedeli e pellegrini in visita a Roma, usava riprodurre su piccole lastre di ardesia immagini sacre raffiguranti i santi più popolari della devozione cattolica. Questo faceva sì che gli autori di tali composizioni, poco attenti alla resa artistica, puntassero semplicemente alla semplicità dell'immagine, come di fatto fece l'artefice di questo Apostolo - forse Pietro o Paolo - eseguito con grande rapidità, replicando probabilmente un prototipo allora largamente conosciuto. È interessante infine notare come in questo caso il supporto partecipi direttamente al significato del quadro: l'anonimo apostolo, infatti, è qui ritratto su una sottile lastra di pietra, probabilmente per enfatizzare le parole di Cristo che fece di Pietro - e indirettamente di tutti gli altri discepoli - le vere 'pietre' su cui fondare la sua Chiesa (Mt 16, 18-19).
Antonio Iommelli