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Sarcofago con Eroti reggenti un clipeo iscritto

Arte romana


Il sarcofago, di ignota provenienza, è decorato sulla fronte da clipeo centrale con la dedica della madre al piccolo Lucio Tullio Milziade, morto a 10 anni e nove mesi, sorretto da una coppia di paffuti Eroti alati retrospicienti in volo, con braccia protese, gambe divaricate, mantello e volto morbido incorniciato da boccoli. Sotto il motivo centrale si distinguono una pantera e una fiaccola per lato; alle estremità è reduplicato il gruppo di Eros e Psyche, i protagonisti di una favola mitologica, la cui versione più nota è tratta dal libro Metamorfosi di Apuleio. Infine, sui lati brevi due grifoni alati sono scolpiti a rilievo più basso. Il sarcofago Borghese conserva, inoltre, il coperchio decorato con la maschera di Oceano, i cui lunghi baffi si sviluppano come onde solcate da due mostri marini, soggetto con valore escatologico particolarmente diffuso a partire dalla fine dell’età adrianea.

Il motivo decorativo della fronte ebbe grande successo nelle botteghe romane, come dimostrano i numerosi sarcofagi di produzione urbana con Eroti o Vittorie che reggono un clipeo o una tabella con iscrizione dedicatoria datati fra l’età antonina e il III sec. d.C. Altresì, il soggetto di Eros e Psiche, allegoria dell’immortalità dell’amore, che vince i limiti della morte, godette di grande fortuna nel repertorio funerario romano, particolarmente apprezzato anche in ambito cristiano.


Scheda tecnica

Inventario
XVII
Posizione
Datazione
210 d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo di Luni
Misure
altezza cm 48, larghezza cm 190, spessore cm 4,8
Provenienza

Parco di Villa Borghese (ante 1794; incisione J. C. Reinhart); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 41, n. 11. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1962, Ermenegildo Pedrazzoni
  • 2008, Consorzio Capitolino

Scheda

Il sarcofago infantile a cassa rettangolare di ignota provenienza, è presente nel parco della villa già dal Settecento, come attestano le incisioni di J. C. Reinhart (1794), in cui è collocato in mezzo agli alberi e una di inizio Ottocento inserita nell’opera di Ch. Percier e Ph. La Fontaine (1809) in cui è arbitrariamente disposto, insieme ad altre sculture, nei pressi del Tempio di Diana, lungo il viale che conduceva al Giardino del Lago. In seguito il sarcofago venne collocato nel Portico in occasione dell’allestimento ottocentesco della collezione nel Casino di Villa Pinciana, in pendant con un sarcofago di simile soggetto e come base per una statua di Ninfa dormiente moderna.

Decorato sulla fronte entro due listelli lisci aggettanti, presenta un clipeo centrale sorretto da una coppia di paffuti Eroti alati retrospicienti in volo, con braccia protese, gambe divaricate, volto morbido incorniciato da boccoli e lungo mantello fluttuante. Sul clipeo è incisa l’iscrizione: D(iis) M(anibus) / L(ucio) Tullio Mil / tiadi filio /vixit annis /VIIII mens(ibus) X/ mater dulcis, che ricorda la dedica della madre al piccolo Lucio Tullio Milziade, morto a 10 anni e nove mesi.

Sotto il motivo centrale si distinguono due fiaccole capovolte e due pantere accucciate, simmetricamente rivolte verso il centro della composizione; alle estremità è riprodotto il gruppo di Eros e Psiche uniti in un abbraccio, secondo uno degli schemi più frequenti: nel gruppo di sinistra Eros, alato e nudo, è stante sulla sinistra, la destra è libera e leggermente avanzata; con la mano sinistra avvicina a sé il volto di Psyche, stante sulla destra, di tre quarti, con il torso nudo e un himation drappeggiato sulla parte inferiore del corpo. La giovane è caratterizzata da ali di farfalla e con la mano destra sfiora l’addome dell’amato, verso il quale protende il volto. Alle spalle di Eros si distingue una faretra; nell’angolo opposto la coppia è invertita. Infine, sui lati brevi, son scolpiti due grifoni con ali spiegate, caratterizzati da un rilievo più basso.

Il clipeusmotiv che caratterizza il rilievo del sarcofago Borghese è di presunta origine microasiatica (Rodenwaldt 1943, p. 13) ed ebbe grande successo nelle botteghe romane, come dimostrano i numerosi sarcofagi di produzione urbana con Eroti in volo o stanti, talvolta sostituiti da Vittorie e disposti simmetricamente, che reggono un clipeo aneprigrafe o con busto ritratto del defunto o, ancora, una tabula con iscrizione dedicatoria, datati fra l’età antonina e il III sec. d. C. (Koch, Sichermann 1982, pp. 238-241; Blanc, Gury 1986, pp. 982-983; Avagliano, Papini 2015, pp. 222-223, n. 61). Frequente è la presenza ai lati della scena centrale di gruppi eseguiti a specchio; in questo caso la coppia di Eros e Psiche risulta fra le più apprezzate sui sarcofagi romani, in particolare fra III e IV secolo (Musso 1981; Belli 1985, Teatini 2011, pp. 218-225, n. 46; Avagliano 2015), quale allusione simbolica all’immortalità dell’amore, simbolo di fedeltà e felicità degli sposi oltre i limiti della morte (Turcan 1999, p. 141), spesso anche in sarcofagi cristiani, generalmente nei pannelli laterali di sarcofagi strigilati. Il motivo è una variante dello schema presentato nel “Bacio Capitolino”, un gruppo statuario ellenistico che ebbe grande fortuna in età imperiale, con repliche, varianti e trasposizioni su sarcofagi (Orlandi 1972).

Le pantere sono un frequente riferimento al ciclo dionisiaco di resurrezione, ulteriormente rafforzato dalla fiaccola, la cui fiamma accesa accompagnava il defunto nell’oscuro viaggio nell’al di là, garantendo luce e protezione contro gli spiriti maligni, che e a livello escatologico doveva rappresentare la vittoria della vita sulla morte ed essere quindi garanzia e simbolo di immortalità.

Il sarcofago Borghese conserva, inoltre, il coperchio decorato con la maschera di Oceano, la cui barba si prolunga alle estremità del sarcofago in onde solcate da due mostri marini per parte, motivo con valore escatologico che ricorre di sovente nelle alzate di sarcofagi a partire dalla fine dell’età adrianea.

Dal punto di vista tecnico e stilistico, il fregio del sarcofago Borghese è caratterizzato da un rilievo poco aggettante dal fondo, con uso del trapano evidente nelle chiome, agitate da piccoli fori; l’esecuzione sciatta e semplificata degli Eroti trova precisi confronti con il sarcofago di Postumia Paula Leonica al Museo Nazionale Romano (inv. 115248; Micheli 1985), suggerendo una uguale datazione al primo ventennio del III secolo d.C.

Jessica Clementi




Bibliografia
  • CIL, VI 27734
  • Ch. Percier, P. F. La Fontaine, Choic des plus célébres Maison de plaisance de Rome et ses environs, Paris 1809, tav. XX.
  • A. Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, Roma 1832, p. 22, n. 9.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 6, n. 16.
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 910, n. 16.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), p. 7, n. 21.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 11.
  • A. De Rinaldis, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1935, (3° Edizione), p. 5.
  • G. Rodenwaldt, Sarkophag-Probleme, in “Römischen Mitteilungen”, 58, 1943, p. 1-96, in part. 13.
  • R. Calza, Catalogo del Gabinetto fotografico Nazionale, Galleria Borghese, Collezione degli oggetti antichi, Roma 1957, p. 18, n. 212.
  • P. Della Pergola, Villa Borghese, Roma 1962, p. 77, n. 60, fig. 60 (incisione di J. C. Reinhart).
  • R. Stuveras, Le putto dans l’art romain, Bruxelles 1969, pp. 71-74.
  • A. Orlandi, Sarcofago di Palazzo Mattei con le tre Grazie ed Eros e Psyche, in “Archeologia Classica”, XXIV, 1972, pp. 32-47.
  • P. Moreno, Museo e Galleria Borghese, La collezione archeologica, Roma 1980, p. 8.
  • P. Moreno, S. Staccioli, Le collezioni della Galleria Borghese, Milano 1981, p. 102.
  • L. Musso, Sarcofago con imago della defunta entro una corona sorretta da due eroti, in Museo Nazioanle Romano. Le sculture, a cura di A. Giuliano, I, 2, Roma 1981, pp. 98- 99, n. 9.
  • G. Koch, H. Sichtermann, Römische Sarkophage, Munchen 1982, p. 239 nota 15, 240 nota 33.
  • R. Belli, Sarcofago con Nikai clipeofore e gruppi di Eros e Psyche, in Museo Nazionale Romano, Le sculture, a cura di A. Giuliano, I, 8, Roma 1985, pp. 551-552, n. XI,5.
  • M. E. Micheli, Sarcofago di Postumia Paula Leonica con eroti clipeofori, in Museo Nazionale Romano, Le sculture, a cura di A. Giuliano, I, 8, Roma 1985, pp. 250-252.
  • N. Blanc, F. Gury, s.v. Eros/Amor, Cupido, in “Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae”, III,1 Zürich München 1986, pp. 982-983.
  • R. Turcan, Messages d’outre-tombe. L’iconographie es sarcophages romains, Paris 1999.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, pp. 87-89, n. 42.
  • A. Teatini, Repertorio dei sarcofagi decorati dalla Sardegna romana, Roma 2011, pp. 218-225, n. 46.
  • A. Avagliano, Sarcofago con eroti e con gruppi di Eros armato e Psiche, in Opere dalla Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli. Le sculture antiche. I Ritratti e rilievi, a cura di M. Papini, Roma 2015, pp. 201-203, n. 52.
  • A. Avagliano, M. Papini, Sarcofago con eroti reggenti una tabula, in Opere dalla Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli. Le sculture antiche. I Ritratti e rilievi, a cura di M. Papini, Roma 2015, pp. 222-223, n. 61.
  • Scheda di catalogo 12/99000423, G. Ciccarello 2021