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Adorazione dei Magi

Seguace di Tisi Benvenuto detto Garofalo

(Garofalo o Ferrara 1476 - Ferrara 1559)

L’opera raffigura una Adorazione dei Magi attribuibile ad un seguace del pittore ferrarese Benvenuto Tisi, detto il Garofalo. Sebbene sia stata ipotizzata una provenienza originaria del dipinto, la prima attestazione documentaria è quella della sua presenza nella collezione Borghese nel 1693. La stesura elementare nella resa di quello stile vicino alle soluzioni pittoriche di Giorgio Vasari, amico del pittore padano, lasciano propendere per l’attribuzione dell’opera a un membro della bottega di Garofalo, il quale data il dipinto sul parapetto a sinistra in numeri romani con l’anno 1543.


Scheda tecnica

Inventario
239
Posizione
Datazione
1543
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
Olio su tavola
Misure
cm 142 x 112
Provenienza

Collezione Borghese, Inventario 1693, Stanza III, n. 116; Inventario 1790, Stanza II, n. 39; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, Stanza III, n. 33. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1964, Alvaro Esposti
  • 1995, Laboratorio di restauro ex Soprintendenza c/o Palazzo Barberini
  • 2003, Maria Francesca Tizzani e Laura Ferretti
  • 2009, Laura Ferretti
  • 2019, Laura Cibrario (pellicola pittorica, cornice)
  • 2020 Measure3D di Danilo Salzano (laser scan 3D)
  • 2020 Erredicci (indagini diagnostiche)

Scheda

Paola Della Pergola, nel suo catalogo della Galleria Borghese (1955) riconosce la provenienza dell’opera in analisi nella chiesa di San Bartolo a Ferrara sulla base di una lettera di ignota provenienza copiata dal Piancastelli datata 9 Agosto 1608 inviata dal cardinale Pio invia dalla appena riconquistata Ferrara a Scipione Borghese: «Andai a S. Bartolo et con meco era il Sig. Principe Savello […] viddi […] essere in una Cappella un Quadro di buona mano, […] lo considerammo meglio et conoscessimo chiaramente ch’era del Garofolo et molto buono […] et a mio Giuditio non è delle peggiori cose che abbia fatte colui […] mi piglierò cura di farglielo condurre sino a Roma a salvamento». Tuttavia, l’opera non è attestata nei documenti inventariali prima del 1693, quando viene riconosciuta come di mano del Garofalo e, nel Fidecommesso del 1833, come produzione della scuola del maestro, e il dipinto di uguale soggetto contenuto nella chiesa ferrarese citata, datato 1549, è conservato oggi nella Pinacoteca Nazionale (inv. PNFe 156; Brisighella 1700-1735, ed. 1991, pp. 572-573, nota 1). Pertanto, è impossibile ricondurre l’opera Borghese a questa provenienza, sebbene la lettera attestata dal Piancastelli ricordi una trattativa probabilmente mai portata a termine per lo spostamento a Roma del dipinto oggi nella sede ferrarese delle Gallerie Estensi.

L’effettiva stesura elementare e lo stile dal tono calibrato evocante le assimilazioni della Maniera vasariana (Pattanaro 1995) lasciano propendere per l’attribuzione dell’opera a un membro della bottega di Garofalo, il quale data il dipinto sul parapetto a sinistra in numeri romani con l’anno 1543.

Quasi certamente proveniente da una chiesa o da una cappella privata, date le importanti dimensioni della tavola, il quadro Borghese si mostra come una realizzazione intermedia tra le due Adorazione dei Magi per la chiesa di San Giorgio, anch’essa oggi nella collezione della Pinacoteca Nazionale di Ferrara (inv. PNFe 154) e datata 1537, e quella per San Bartolo, nota anche in una replica di minore qualità conservata in Pinacoteca Capitolina (inv. PC 9).

Lara Scanu




Bibliografia
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 133
  • G. Gruyer, L’art Ferrarais a l’époque des Princes d’Este, II, Parigi 1897, p. 235
  • R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 198
  • B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento: catalogo dei principali artisti e delle loro opere con un indice dei luoghi, Milano 1936, p. 188
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, n. 66
  • Ph. Poucey, Drawings by Garofalo, «The Burlington Magazine», XCVII, 628, 1955, pp. 196-203
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, I, London 1968, p. 157
  • A. Pattanaro, La maturità del Garofalo. Annotazioni ad un libro recente, «Prospettiva», 79, 1995, pp. 39-53
  • S. Lucantoni, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano 2002, p. 182, scheda 32