Autoritratto in età giovanile
(Napoli 1598 - Roma 1680)
Il dipinto rappresenta l’Autoritratto di Gian Lorenzo Bernini all’età di circa 25 anni ed è considerato una delle prime prove pittoriche dell’artista. La cronologia è accostabile a quella del celebre David in marmo commissionatogli da Scipione Borghese, come evidenziato anche dalla tensione che caratterizza il volto dell’eroe biblico, frutto degli studi di espressione condotti da Bernini su sé stesso. La Galleria Borghese conserva anche l’Autoritratto in età matura e il Ritratto di fanciullo che, insieme a questo dipinto, costituiscono uno dei nuclei più importanti a testimonianza dell’attività pittorica berniniana.
Scheda tecnica
Inventario
Posizione
Datazione
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
Misure
Cornice
‘600 (nera con profili a onde, listello interno dorato a loto); cm 72,5 x 64,5 x 8,5
Provenienza
Acquisto dello Stato dalla collezione Alvise De Ruggieri, 1919
Mostre
- 1922 Firenze, Palazzo Pitti
- 1930 Roma
- 1954 Napoli, Palazzo Reale
- 1981 Città del Vaticano, Braccio di Carlo Magno
- 1992 Roma, Palazzo delle Esposizioni
- 1998 Roma, Galleria Borghese
- 1998-1999 Milano, Palazzo Reale
- 1999 Roma, Palazzo Venezia
- 2006 Roma, Castel Sant’Angelo
- 2007 Roma, Palazzo Barberini
- 2008-2009 Los Angeles, J.P. Getty Museum; Ottawa, National Gallery of Canada
- 2013 Lens, Louvre-Lens
- 2014-2015 Lipsia, Museum der Bildenden Künste
Conservazione e Diagnostica
- 1936 Carlo Matteucci
- 1963 Alvaro Esposti
- 1996 Paola Tollo
- 2009 Laboratorio della Soprintendenza
Scheda
Il dipinto, proveniente dalla collezione di Alvise De Ruggeri, venne acquistato dalla Galleria Borghese nel 1919 come opera di Andrea Sacchi. L’attribuzione a Gian Lorenzo Bernini, già proposta da D’Achiardi nel 1908, fu confermata da Corrado Ricci al momento dell’ingresso in collezione e condivisa, con rare eccezioni, dalla critica successiva. L’opera rappresenta l’Autoritratto dell’artista e si ritiene databile intorno al 1623, all’età di circa venticinque anni; ne deriva la definizione di giovanile per distinguerlo da un altro ritratto che l’artista realizzò di sé stesso in età più matura e che si trova ugualmente conservato in Galleria Borghese (inv. 545). La datazione dell’opera, proposta da Luigi Grassi anche sulla scorta della sua vicinanza con il David con la testa di Golia di Palazzo Barberini, è in accordo con l’età dimostrata da Bernini nel ritratto, ed è oggi generalmente accettata (per un riepilogo delle proposte attributive e cronologiche espresse dagli studiosi cfr. Petrucci 2006, pp. 310-311; Montanari 2007, pp. 88-89). Un utile termine di confronto è un’immagine dell’artista incisa da Ottavio Leoni e circolante intorno al 1622, in cui il soggetto, sebbene presenti una certa generalizzazione dei tratti, è raffigurato con i capelli più corti ma comunque mossi, i baffi e la mosca, come nel dipinto Borghese (Herrmann Fiore 1992, p. 38; Petrucci cit.; Montanari cit.).
Come in altri ritratti, quali il già citato Autoritratto in età matura e il Ritratto di fanciullo (inv. 555), l’artista si rappresenta su uno sfondo di colore verdastro e la parte inferiore del dipinto, in corrispondenza del colletto e delle spalle, rimane appena abbozzata, priva di interesse descrittivo; il viso è realizzato con tocchi di colore puro, senza l’utilizzo di contorni lineari, secondo una tecnica di contrapposizione dei chiari e degli scuri definita pittura “a macchia” (cfr. Petrucci cit.). L’utilizzo di una coloritura densa lascia emergere la ricerca di una resa compatta e scultorea del viso, di una solidità volumetrica che ben si addice ad uno scultore alle prese con le sue prime prove pittoriche (Herrmann Fiore cit.; Martinelli 2003, pp. 23-24).
La critica si è più volte soffermata sullo sguardo teso, interlocutorio e definito quasi aggressivo, probabilmente frutto di un attento studio di espressione che l’artista condusse su sé medesimo per arrivare a definire anche il volto del celebre David marmoreo (inv. LXXVII), che le fonti identificano con Bernini stesso. La scultura, la cui commissione da parte del cardinal Montalto era stata poi rilevata da Scipione Borghese, è infatti databile proprio al 1623-1624 e rivela uno stretto rapporto con l’Autoritratto giovanile (Herrmann Fiore cit.; Petrucci cit.; Montanari cit.).
Per il suo stile e la cronologia precoce, si ritiene che il quadro rappresenti una delle prime incursioni di Bernini nel campo della pittura ed è considerato l’archetipo di una serie di ritratti e autoritratti realizzati dall’artista, nonché utile termine di confronto anche per future nuove aggiunte al catalogo pittorico berniniano (Montanari cit.).
Il dipinto è stato accostato a due autoritratti di Bernini in disegno conservati rispettivamente al British Museum di Londra (Grassi cit.) e al Kupferstichkabinett di Düsseldorf (Kruft, Larsson 1968, p. 130; cfr. anche Herrmann Fiore cit.).
Pier Ludovico Puddu
Bibliografia
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- Mostra del ritratto storico napoletano, catalogo della mostra (Napoli, Palazzo Reale, 1954), a cura di G. Doria, F. Bologna, Napoli 1954, p. 21, n. 21;
- P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, pp. 72-73, n. 107;
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