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Busto muliebre

Arte romana


La testa di giovane donna dal volto ovale, pieno e regolare, occhi con contorno a mandorla, orecchie dai lobi forati per l’inserzione di orecchini metallici e folta capigliatura classicheggiante in parte celata dall’ampio velo, è caratterizzata da un alto diadema. Elementi stilistici e iconografici suggeriscono confronti stringenti con teste ideali di divinità diademate inquadrabili fra l’età flavia e la prima età traianea, orizzonte cronologico in cui possiamo ascrivere anche la testa ideale Borghese, forse coincidente con un busto citato nella guida di Lamberti e Visconti nella sala oggi corrispondente alla II.


Scheda tecnica

Inventario
CCLVII
Posizione
Datazione
I sec. d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo bianco
Misure
altezza con busto cm 70
Provenienza

Collezione Borghese (ante 1796, Lamberti, Visconti); Inventario Fidecommissario Borghese 1833, C, p. 46, n. 79. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1996/1997, Maria Gigliola Patrizi

Scheda

La testa potrebbe coincidere, come già sottolineato da Paolo Moreno, con un busto citato nella guida di Lamberti e Visconti nella stanza corrispondente alla odierna sala II, su di una mensola: “un’immagine assai pregevole di una Divinità velata, probabilmente Giunone. Son degni di osservazione i buchi aperti nelle orecchie, per inserirvi i gioielli, ornamento descritto già da Omero fra gli abbigliamenti di quella dea”. La testa rappresenta una giovane donna dal volto ovale, occhi con contorno a mandorla, orecchie dai lobi forati per l’inserzione di orecchini metallici. La folta capigliatura classicheggiante presenta ciocche voluminose disposte ai lati della scriminatura centrale, raccolte sulla nuca in uno chignon non apprezzabile, poiché celato dal rimbocco dell’ampio velo che copre il capo, cinto anche da un alto diadema liscio con elementi decorativi a palmetta. Moreno avvicina i dati somatici, in particolare il naso, con piccola gobba e punta rifatta, e il doppio mento, al ritratto di Livia, quale appare nel tipo idealizzato prodotto dopo l’adozione nella Gens Iulia (14 d.C.). Lo studioso corrobora tale interpretazione chiamando a confronto le raffigurazioni sull’altare del Vicus Sandalarius a Firenze e una testa frammentaria nel Museo Nazionale Concordiese (Rebaudo 2017). Tuttavia, nel primo caso i tratti generici e idealizzati, che nel tempo hanno portato alla formulazione di diverse ipotesi di identificazione (oltre a Livia, Giulia, la dea Venere, Iuventas, una sacerdotessa di Cibele) potrebbero piuttosto corrispondere a quelli di Livilla, figlia di Druso Maggiore e sorella di Germanico, sulla base di una coerente lettura del contesto storico di riferimento (Marcattili 2015). Nel secondo caso, come nel nostro, non sono affatto riconoscibili i tratti fisiognomici caratteristici del volto di Livia, ben sintetizzati nella testa colossale all’università di Bochum, in cui l’Augusta è diademata e assimilata a Cerere (Bochum, Kunstsammlung der Ruhr-Universität, inv. S 1069) o nel ritratto di età tiberiana ai Musei Capitolini (Roma, Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, inv. 144).

Piuttosto la capigliatura a lunghe ciocche sfumate, l’ovale del volto pieno e regolare, la bocca lievemente dischiusa e gli occhi dal contorno a mandorla suggeriscono confronti stringenti con teste ideali di divinità diademate, come quelle all’Albertinum di Dresda (Skulpturensammlungen, inv. n. Hm 315, Knoll, Vorster, Woelk 2011, cat. 80 pp. 417-419; Hm 285, Knoll, Vorster, Woelk 2011 cat. 74, pp. 405-406), inquadrabili fra l’età flavia e la prima età traianea.

È a tale orizzonte cronologico che possiamo, dunque, ascrivere anche la testa ideale Borghese.

Jessica Clementi




Bibliografia
  • L. Lamberti, E.Q. Visconti, Sculture del palazzo della Villa Borghese detta Pinciana, Roma 1796, p. 63, n. 22.
  • A. Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, Roma 1832, p. 62.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 123.
  • G. Giusti, La Galerie Borghèse et la Ville Humbert Premier à Rome, Roma 1904, p. 46.
  • W. Amelung, P. Arndt, G. Lippold, Photographische Einzelaufnahmen antiker Skulpturen, X, 1, München 1925, p. 20, n. 2784 (Lippold).
  • I. Faldi, Galleria Borghese, Le sculture dal secolo XVI al XIX, Roma 1954, p. 12.
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 210, n. 8.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, p. 263, n. 255.
  • K. Knoll, C. Vorster, M. Woelk (a cura di), Skulpturensammlung Staatliche Kunstsammlungen Dresden, Katalog der antiken Bildwerke II: Idealskulptur der römischen Kaiserzeit 1; Idealskulptur der römischen Kaiserzeit, München 2011.
  • F. Marcattili, L’altare del vicus Sandaliarius agli Uffizi. Culto compitale e politiche dinastiche nel 2 a.C., in “Bulletin Antieke Beschaving”, 90, 2015, pp. 125-137.
  • L. Rebaudo, Sull’interpretazione di tre teste del museo Nazionale Concordiese, in L. Sperti (a cura di), Scultura di Iulia Concordia e Aquileia. Giornata di studio, Udine 2013, (Supplementi alla Rivista di Archeologia, 31), Roma 2017, pp. 9-16.
  • Scheda di catalogo 12/99000459, G. Ciccarello 2021