Il busto ritrae un uomo anziano, calvo e con lo sguardo serio. I lineamenti del volto, incorniciato da una corta barba, sono piuttosto regolari e sulle guance presenta piccole protuberanze da interpretare probabilmente come nei. Indossa una mantella corta di pelliccia dalla superficie non ben definita e con l’orlo ripiegato intorno al collo. Complessivamente restituisce l’impressione di un lavoro non completamente finito, ciò è dovuto probabilmente ad una politura che in alcuni punti risulta sommaria.
Rimangono sconosciute, oltre all’identità dell’uomo ritratto, che è stato identificato nel tempo genericamente come “filosofo del Cinquecento”, anche le modalità dell’ingresso nella collezione Borghese dell’opera, che per le caratteristiche stilistiche sembra potersi datare tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII.
Un ignoto personaggio è ritratto in età avanzata, è calvo e ha la fronte solcata da rughe; lo sguardo, fisso sull’osservatore, è severo e, come tutto il volto, sembra leggermente rivolto verso l’alto. Il naso è dritto e regolare, le guance sono scavate dall’età e punteggiate da quelli che sembrano essere grossi nei. La barba è corta e folta, come i baffi, e accompagna la curvatura del viso, rivolto verso destra. Indossa una mantella di pelliccia, in cui i ciuffi di pelo risultano incisi piuttosto che raffigurati in rilevo; l’orlo della stessa è sollevato nella parte posteriore e ripiegato intorno al collo, lasciando intravedere le maniche dell’abito sottostante. Il bordo inferiore si articola in curvature di diversa ampiezza atte a suggerire la separazione tra le braccia e il busto del personaggio ritratto. Una politura sommaria conferisce al busto un aspetto non finito in alcuni punti.
Identificato dubitativamente da Faldi nell'inventario del 1610 (Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, 37, n. 616, Inventario delle statue antiche, colonne, tavole e pietre di vari marmi comprese nella primogenitura, 1610, n. 115, in Faldi 1954, p. 11), dove viene descritto un ritratto non finito di Carlo V – indicato però come “testa sola” –, pare più probabilmente riconoscibile nella definizione di "filosofo del Cinquecento" presente nell’Inventario Fidecommissario del 1833 (C, p. 46, n. 69), nel quale risulta esposto nella sala II. Faldi segnala nella minuta del Visconti per il suo catalogo delle sculture della collezione l’appunto “bel busto moderno, forse del XVI secolo” riferito ad un’opera conservata nella stessa sala e non presente nell’edizione definitiva del testo pubblicata nel 1796 (1954, p. 12).
Non sono note la data e le modalità dell’ingresso dell’opera nella collezione Borghese, né è stato possibile finora identificare l’uomo ritratto. Per la resa compatta del panneggio, l'espressione e la cura dei dettagli del volto, il ritratto potrebbe datarsi tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII. Allo stesso arco cronologico sembra ricondurre la mantella in pelliccia, raffigurata in diversi ritratti di religiosi quali monsignori (Cristoforo Stati, Francesco Barberini, 1613, in S. Andrea della Valle) o chierici (Giuliano Finelli, busto di Girolamo Manili, 1634, in S. Maria Maggiore) ma anche membri della società civile (Nicolas Cordier, Silvestro Aldobrandini, 1604, in S. Maria sopra Minerva).
La scultura è attualmente esposta nell’andito d’ingresso alla pinacoteca, con un busto di donna velata del I secolo (inv. CCLVII) come pendant. Essa poggia su una colonna in granito (inv. CCLXIVa) con una cimasa in marmo bianco su cui è applicata una decorazione in bronzo dorato con bucranio, festoni e patere, eseguita, insieme ad altre 15, da Luigi Valadier nel 1780 (oggi nella Galleria ne sono presenti in tutto quattro, le altre, giunte a Parigi nel 1810, risultano disperse).
Sonja Felici