Il dipinto, forse una derivazione da un'opera di Paolo Veronese, è documentato in collezione Borghese a partire dal 1693. Raffigura due uomini elegantemente abbigliati, ritratti intorno a un tavolo su cui è posato un libro. Sullo sfondo, a chiudere la scena, una tenda verde.
Cornice ottocentesca (parte di un polittico; cm 28 x 181,5 x 4)
Roma, collezione Borghese, 1693 (Inventario 1693, Stanza II, n. 42; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 28. Acquisto dello Stato, 1902.
Sul retro del dipinto: "PAOLO VERONESE/MDXXX/QUATRI O..SI F../.."
La provenienza di questo dipinto è ignota. Le sue prime notizie, infatti, risalgono al 1693, anno in cui è registrato in un inventario di casa Borghese con un'improbabile attribuzione a Paolo Caliari il Veronese. Tale descrizione, ripresa alla lettera dall'estensore del Fidecommisso ottocentesco (Inv. Fid. 1833), fu rivista da Adolfo Venturi che dal canto suo parlò di un anonimo pittore di 'Scuola fiamminga' (Venturi 1893), pista scartata poco dopo da Paola della Pergola (Ead. 1955). Secondo la studiosa, infatti, questa tavola sarebbe una copia di un quadro del Veronese eseguita da un ignoto artista di ambito veneto molto vicino al Doppio ritratto dei musici Verdeletto e Ubretto di Berlino (Gemäldegalerie, inv. 152), quest'ultimo già riferito da Roberto Longhi a Tiziano (Id. 1927). Tuttavia, dato lo schema compositivo, è molto più probabile che la presente composizione sia una derivazione di ambito veronesiano piuttosto che una copia di un'opera del Caliari.
Antonio Iommelli