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Flagellazione di Cristo

Tisi Benvenuto detto Garofalo

(Garofalo o Ferrara 1476 - Ferrara 1559)

Il dipinto fa parte del nucleo di quadri appartenuti a Lucrezia d'Este e passati in eredità a Olimpia Aldobrandini, moglie di Paolo Borghese. La struttura compositiva dell'opera, basata sulla rigida simmetria frontale delle figure rispetto all'elemento architettonico centrale, conferisce alla scena un carattere teatrale. La figura di Cristo è caratterizzata dal forzato bilanciamento del corpo, mentre quelle dei due aguzzini hanno una posa studiata e innaturale. L'atmosfera così creata ha portato ad accostare il dipinto ad alcune opere contemporanee di Mazzolino, al quale rimanda anche la sottile tendenza al grottesco che pervade alcune figure. Una recente attribuzione alternativa ha riferito la tavola al pittore ferrarese Domenico Mona (Ferrara, 1550 circa- Parma, 1602 circa).


Scheda tecnica

Inventario
237
Posizione
Datazione
1528-1530 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 70 x 40
Provenienza

Collezione Borghese, Inv. 1693, Stanza VIII, n. 414; Inventario 1790, Stanza X, n. 6; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 13. Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 1998, Modena, Gallerie Estensi
  • 2008, Ferrara, Castello Estense
Conservazione e Diagnostica
  • 1978, Gianluigi Colalucci
  • 2002, Andrea Parri (cornice)
  • 2020 Measure3D di Danilo Salzano (laser scan 3D)
  • 2020 Erredicci (indagini diagnostiche)
  • 2020 IFAC-CNR (indagini diagnostiche)
  • 2020 ArsMensurae di Stefano Ridolfi (indagini diagnostiche)

Scheda

Recentemente riferito alla mano del pittore ferrarese Domenico Mona (Ferrara, 1550 circa- Parma, 1602 circa; Herrmann Fiore 2002) sulla base dell’inventario di Lucrezia d’Este d’Urbino in cui è descritto un dipinto «di N.S. battuto alla Colonna di mano del Mona con cornice intagliata et dorata», il dipinto è con ogni probabilità da ricondurre all’attività del Garofalo tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta del Cinquecento (Danieli 2008). Nonostante le testimonianze biografiche ci restituiscano anche un’attività copistica del Monio, sono qui assenti i tratti peculiari del pittore che avrebbero consentito la distinzione dell’opera dell’artista, dalla stesura fortemente pastosa con rimembranze venete del Tintoretto e della bottega dei Bassano, all’epoca della stesura dell’inventario della nobildonna Estense ancora vivente, da quella del Tisi, di impostazione più classica, dalle proporzioni garbate e sinuose e dall’inquadramento architettonico fortemente classicheggiante ripreso in particolare dalle invenzioni raffaellesche incise da Marcantonio Raimondi.

Gesù, appoggiato ad una colonna tra due archi a tutto sesto di un edificio classicheggiante, è pervaso da una forte luce e da una brezza che gli scopre il volto compostamente barbaro e il panneggio che gli copre le parti intime. Davanti alla struttura architettonica, che equilibra uno spazio interno coperto da una tenda a destra ad uno aperto con tre astanti davanti ad una apertura paesaggistica tipicamente ferrarese sulla sinistra, i due sgherri che stanno per flagellare il corpo ancora incorrotto del Cristo.

In base all’osservazione degli elementi stilistici, il dipinto è stato variamente datato: considerato dapprima opera “piuttosto tarda” (Della Pergola 1955), è stato poi avvicinato agli anni 1527-1528 (Fioravanti Baraldi 1977; Eadem 1993) in base al confronto con l’Annunciazione della Pinacoteca Capitolina proveniente dalla collezione Pio (inv. PC 5; Guarino in Pinacoteca Capitolina. Catalogo generale 2006, n. 24), infine accostato alla data del 1519, dati alcuni tratti di somiglianza con la Strage degli innocenti per la chiesa di San Francesco a Ferrara, oggi in Pinacoteca Nazionale (inv. PNFe 161), soprattutto per quanto concerne il forte raffaellismo derivante dall’omologa composizione incisa dal Raimondi (Danieli 2008).

Lara Scanu




Bibliografia
  • M. Vasi, Itineraire Instructif de Rome, Roma 1794, p. 396
  • E. Platner, Bes Chreibung der Stadt Rom, III.3. Das Marsfeld, die Tiberinsel, Trastevere und der Janiculus, III, Stuttgart 1842, p. 296
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 133
  • B. Berenson, The North Italian Painters of the Renaissance, New York-London 1907, p. 227
  • E. G. Gardner, The Painters of the School of Ferrara, London 1911, p. 237
  • R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 198
  • B. Berenson, Italian Pictures of Renaissance. A list of the Principal Artist and their Works with an Index of Places, Oxford 1932, p. 188
  • B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento: catalogo dei principali artisti e delle loro opere con un indice dei luoghi, Milano 1936, p. 236
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, n. 70
  • A. Nappi, Il Garofalo, Milano 1959, p. 55
  • P. Della Pergola, L’inventario Borghese del 1693. III, «Arte Antica e Moderna», 30, 1965, p. 202
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, I, London 1968, p. 157
  • A. M. Fioravanti Baraldi, Benvenuto Tisi da Garofalo tra Rinascimento e Manierismo. Contributo alla catalogazione delle opere dell’artista dal 1512 al 1550, 1976-1977, pp. 59, 138
  • A. M. Fioravanti Baraldi, Il Garofalo. Benvenuto Tisi pittore (c. 1476-1559), Rimini 1993, p. 200, n. 132
  • A. Coliva, Galleria Borghese, Roma 1994, p. 127
  • K. Herrmann Fiore, in Sovrane Passioni. Le raccolte d’arte della Ducale Galleria Estense, catalogo della mostra (Modena, Galleria Estense, Palazzo dei Musei, 3 ottobre - 13 dicembre 1998) a cura di J. Bentini, Milano 1998, p. 188 scheda 24
  • C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno e C. Stefani, Milano 2000, p. 256
  • K. Herrmann Fiore, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano 2002, pp. 198-199, scheda 40
  • K. Hermann Fiore, Roma scopre un tesoro. Dalla Pinacoteca ai depositi, un museo che non ha più segreti, Roma 2006, p. 70
  • M. Danieli, scheda n. 27, in Garofalo. Pittore della Ferrara Estense, catalogo della mostra (Ferrara, Castello Estense, 5 aprile - 6 luglio 2008), a cura di T. Kustodieva, M. Lucco, Milano 2008, p. 159