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Compianto sul Cristo morto

Benvenuti Giovanni Battista detto Ortolano

(Ferrara 1487 ca. - post 1527)

La tavola, asportata nel 1620 dalla chiesa della Porta di Sotto, detta la "Madonnina", di Ferrara, è documentata poco dopo nella collezione del cardinale Scipione Borghese. La scena del 'Compianto' si svolge in paesaggio che rimanda a suggestioni giorgionesche. L'evidente richiamo delle figure e della composizione nel suo insieme al linguaggio pittorico di Raffaello, presente in collezione con la celeberrima Deposizione, ha indotto la critica a supporre un soggiorno dell'Ortolano a Roma durante la metà del secondo decennio.


Scheda tecnica

Inventario
390
Posizione
Datazione
1515-1520
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola trasportato su pannello di alluminio
Misure
cm 241 x 181,5
Provenienza

Ferrara, chiesa della Madonna della Porta di sotto, detta La Madonnina (Brisighella 1700-1735 ca., ed. 1991). È attestata nella collezione Borghese attraverso un conto del corniciaio e doratore Annibale Durante, 1622; Manilli 1650, p. 85; Inventario 1693, Stanza VII, n. 350; Inventario 1790, Stanza II, n. 17; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 8. Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1904, Luigi Bartoluccci
  • 1907, Luigi Bartolucci
  • 1914, Titi Venturini Papari
  • 1919, Tito Venturini Papari
  • 1932, Tito Venturini Papari
  • 1934, Tito Venturini Papari
  • 1942, Carlo Matteucci
  • 1950, Augusto Cecconi Principe
  • 1953, Jolanda Scalia Ventura
  • 1965, Alvaro Esposti
  • 1972-1974, Ottorino Nonformale (trasporto della pellicola pittorica su supporto di alluminio)
  • 1993, ?

Scheda

Così come rilevato da Vittoria Romani (in Ballarin 1994-1995), a smentire quanto sostenuto nel catalogo dei dipinti della Galleria Borghese (Della Pergola 1955), la grande pala dell’Ortolano proviene non dalla collezione Aldobrandini, ma direttamente dalla chiesa della Madonna della Porta di sotto - detta La Madonnina - di Ferrara, data anche la grande incompatibilità di misure tra le due opere citate nei documenti.

Nella descrizione del Casino di Porta Pinciana di Jacopo Manilli (1650), questo dipinto si trovava nella stanza del Moro insieme ad altri tre quadri sulla Passione di Cristo, ovvero la Deposizione di Raffaello (inv. 369), la Pietà di Federico Zuccari (inv. 398) e quella del Passignano (inv. 349), probabilmente nello spirito tipico di Scipione Borghese di realizzare accostamenti di più opere della stessa tematica in un medesimo spazio (Herrmann Fiore 1998).

Sullo sfondo, una Gerusalemme fortemente somigliante alle fortificazioni ferraresi cinge e restringe lo sguardo dello spettatore, avvicinando l’orizzonte e facendolo concentrare sulla visione del Golgota. Su di esso sono ancora issate le due croci con i ladroni, mentre la terza, quella di Cristo riconoscibile dal vessillo su cui si trovava la scritta INRI, è vuota e vi è appoggiata una scala. In primo piano, la scena di commozione e disperazione intorno al corpo di Cristo è dominata dall’atteggiamento orante e sofferente dell’Evangelista Giovanni e dal gesto di grande devozione di Giuseppe di Arimatea, che tiene in mano i chiodi della Croce, mostrandoli così come in occasione dell’ostensione delle reliquie; sulla sinistra, a conclusione della composizione, davanti a un piccolo serto boschivo, si trova san Cristoforo, che sta attraversando uno specchio d’acqua con il Bambino Gesù sulle spalle. Sul lato destro, dietro il teatralissimo gesto di angoscia di Maria Maddalena, si trova in ombra un uomo dai forti caratteri tipizzati, in cui è stato riconosciuto Antonio Costabili (Daffrà 1998), importante committente del Garofalo, Giudice dei Savi di Ferrara dal 1510 al 1527 e fondatore della chiesa in cui era conservato il dipinto.

Sostituita sull’altare originario da una copia eseguita da Giulio Cromer (Ferrara, 1572–1632), l’opera venne poi requisita da Scipione Borghese, che la fece incorniciare nel 1622.

Sulla base di un confronto con l’opera di analogo soggetto proveniente dalla chiesa di San Cristoforo dei Bastardini e oggi al Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli (inv. Q 73), datata 1521 dal cartiglio posto in primo piano sulla sinistra, la grande pala oggi alla Galleria Borghese sarebbe da ascrivere ad un periodo anteriore rispetto al dipinto partenopeo, tra il 1515 e il 1520. Questa collocazione cronologica ben si adatta anche allo stile espresso dal Benvenuti, in cui la meditazione sulla pittura di Cosmè Tura e del Mantegna, qui rappresentata soprattutto nell’estrema laboriosità nella realizzazione di nastri e drappeggi e nell’attenzione ai dettagli più minuti trattati con estrema capacità disegnativa ai limiti della cesellatura, si fonde con le soluzioni raffallesche, soprattutto per quanto concerne la grazia delle figure, elemento che deve aver indotto Scipione a porre le due opere di questi due artisti a confronto. A coronamento - e non ultimo aspetto - della composizione si trova una significativa insistenza sulla sfera emotiva ed affettiva, fortemente accentuata dalla vivace e virtuosistica cromia.

Lara Scanu




Bibliografia
  • A. Superbi, Apparato de gli Huomini Illustri della città di Ferrara, Ferrara 1620, p. 124
  • M. A. Guarini, Compendio historico dell’origine, accrescimeto, e prerogative delle Chiese, e Luoghi Pij della Città e Diocesi di Ferrara, Ferrara 1621, p. 383
  • I. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 85
  • C. Brisighella, Descrizione delle pitture e sculture della città di Ferrara, 1700-1735 circa, a cura di M. A. Novelli, Ferrara 1991, pp. 502, 504 nota 4
  • C. Barotti, Pitture e scolture che si trovano nelle chiese, luoghi pubblici, e sobborghi della città di Ferrara, Ferrara 1770, p. 182
  • C. Cittadella, Cataalogo istorico de’ pittori e scultori ferraresi e delle opere loro, Ferrara 1782, I, p. 152
  • G. Baruffaldi, Vite de’ pittori e scultori ferraresi, I, Ferrara 1844-1846, p. 172
  • A. Venturi, La Galleria del Campidoglio, «Archivio Storico dell’Arte», II, 1889, p. 445
  • G. Morelli, Kunstkritische Studien über italienische Malerei. Die Galerien zu München und Dresden, Leipzig 1890 (ed. 1892), pp. 203-204
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 188
  • A. Venturi, L’Arte emiliana (al Burlington Fine-Arts Club di Londra), «Archivio Storico dell’Arte», VII, 1894, p. 96
  • G. Gruyer, L’art Ferrarais a l’époque des Princes d’Este, Parigi 1897, p. 333
  • G. Morelli, Della Pittura Italiana. Studi Storici Critici: Le Gallerie Borghese e Doria Pamphili in Roma, Milano 1897, pp. 204-205, 212
  • E. G. Gardner, The Painters of the School of Ferrara, London 1911, p. 186
  • R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928 (ed. 1967), p. 351 n. 390
  • A. Venturi, Storia dell’Arte Italiana. La pittura del Cinquecento, IX, 4, Milano 1929, p. 330
  • B. Berenson, Italian Pictures of Renaissance. A list of the Principal Artist and their Works with an Index of Places, Oxford 1932, p. 188
  • W. R. Valentiner, Ortolano, in U. Thieme, F. Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Leipzig 1932, p. 67
  • R. Longhi, Officina Ferrarese, Roma 1934, p. 127
  • A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese, Roma 1948, p. 75
  • G. Bargellesi, Notizie di opere d’arte ferrarese, Rovigo 1955, pp. 80-81, n. 3
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, n. 99
  • P. Della Pergola, Gli Inventari Aldobrandini, «Arte Antica e Moderna», 12, 1960, p. 430, n. 66
  • H. Keller, Die Kunstlandschaften Italiens, München 1960, p. 253
  • B. Molajoli, Il Museo di Capodimonte, Napoli 1961, p. 48
  • P. Della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693. II, «Arte Antica e Moderna», 28, pp. 459, 466
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  • F. Sricchia Santoro, Classicismo e Manierismo nel Nord, Milano 1968, p. 9
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  • A. Mazzetti, E. Mattaliano, Indice ragionato delle «Vite de’ pittori e scultori ferraresi » di Gerolamo Baruffaldi, 1980-1983, II, p. 96, III, p. 83
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  • A. M. Fioravanti Baraldi, in Saur Allgemeines Künstler-Lexikon, XVII, München-Leipzig 1994, pp. 229-231
  • K. Herrmann Fiore, Guida alla Galleria Borghese, Roma 1998, p. 80
  • V. Romani, in A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1994-1995, scheda 239
  • C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno e C. Stefani, Milano 2000, p. 262
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